Aveva dileggiato su TikTok gli inquirenti, vantandosi di essere agli arresti domiciliari a casa e non in cella. Ma adesso è stato portato al carcere di Pagliarelli Francesco Gelfo, 31 anni, che si trovava ai domiciliari a Palermo dopo l’inchiesta antidroga Africo.
Gelfo ai domiciliari aveva la prescrizione, tra le altre cose, di non comunicare con estranei. Commentando – dice la Gdf – su diversi social network alcuni articoli stampa nel frattempo pubblicati, ha “informato” di trovarsi a casa in regime di arresti domiciliari e non in carcere. Per questo motivo, il Gip di Palermo, su istanza della Procura, dopo l’informativa delle Fiamme Gialle, ha disposto l’aggravamento della misura cautelare applicando la misura della custodia in carcere.
Su delega della Procura della Repubblica di Palermo e della direzione distrettuale antimafia, i finanzieri del comando provinciale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di Francesco Gelfo, 31 anni, indagato per spaccio di sostanze stupefacenti.
Dai domiciliari in carcere
Lo scorso 14 settembre nell’ambito dell’operazione antidroga “Africo”, che ha permesso di far luce su uno strutturato e proficuo commercio di diverse tipologie di sostanza stupefacente nel comprensorio di Carini e nel quartiere “Zen 2”, il Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle di Palermo ha eseguito misure cautelari nei confronti di 9 soggetti, tra cui lo stesso Gelfo, inizialmente destinatario degli arresti domiciliari con la prescrizione, tra le altre cose, di non comunicare con estranei ai conviventi.
L’annuncio su facebook
Poche ore dopo il suo arresto, tuttavia, Gelfo ha commentato su diversi social network alcuni articoli stampa nel frattempo pubblicati, “informando” di trovarsi a casa in regime di arresti domiciliari e non in carcere. Per questo motivo, il Gip del tribunale di Palermo, su istanza della Procura, tempestivamente informata dei fatti dalle fiamme gialle, ha disposto l’aggravamento della misura cautelare, applicando nei confronti del 31enne la misura della custodia in carcere, provvedimento che è stato immediatamente eseguito dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo.
Le dichiarazioni del comandante del Nucleo di polizia economico e finanziaria
“La risposta dell’apparato investigativo e giudiziario alla condotta tenuto dal Gelfo mentre era agli arresti domiciliari è stata tempestiva – commenta il comandante del nucleo di polizia economica e finanziaria della guardia di finanza di Palermo, Gianluca Angelini -. È un forte segnale nei confronti di chi crede di poter impunemente violare le norme; è l’affermazione della legalità; è lo Stato che vince sull’arroganza”.
I fatti
Qualche ora dopo essere finito agli arresti domiciliari per droga, Francesco Gelfo aveva scaricato la sua rabbia su Tik Tok ed esultava per avere evitato il carcere: “Me l’avete sucato. Sono a casa con gli arresti domiciliari”. E poi due faccine divertite. Sotto: “La galera è di passaggio, sempre a testa alta”. In sottofondo, una delle colonne sonore più gettonate di questo tipo di post, “Rispetto e libertà” di Nello Amato. E giù tanti like, con relativi commenti degli amici. “C’è da andarne fiero”. Oppure: “Diglielo a sti 4 fanghi”.
La posizione di Gelfo
La posizione di Gelfo nell’ambito di questa operazione antidroga era stata monitorata dai finanzieri. In particolare i suoi contatti con Francesco Alamia e Antonino Velardi che da lui si rifornivano per alimentare la piazza dello spaccio che avrebbero gestito a Carini. I pubblici ministeri di Palermo contestano a Gelfo la detenzione e la cessione di 500 grammi di hashish ad un prezzo di 800 euro. Ma nelle carte giudiziarie si fa riferimento ad altri episodi e a quantità più rilevanti. “Un chilo devo dare quello, un chilo e mezzo a quell’altro”, diceva Gelfo. Assieme a lui si muoveva un uomo di cui di cui si conosce soltanto il nome “Enrico”. Mentre gli investigatori lavorano per svelare la sua identità Gelfo reagisce all’arresto con toni sprezzanti.
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