Tik tok è il social network utilizzato molto, sempre più spesso. Qui sono apparsi centinaia di video dopo l’omicidio alla Vucciria di Emanuele Burgio. Tanti attestati di solidarietà per la morte dell’amico e del parente.

Spesso filmati di cronaca vengono postati sul social. E così succede che qualcuno arrestato si trova ai domiciliari disattende il divieto di comunicare all’esterno e posta un video si attacco dai toni molto duri.

Qualche ora dopo essere finito agli arresti domiciliari per droga Francesco Gelfo, 22 anni, scarica la sua rabbia su Tik Tok ed esulta per avere evitato il carcere: “Me l’avete sucato. Sono a casa con gli arresti domiciliari”.

Arrestato con l’accusa di spaccio nell’ultima operazione Africo della Guardia di Finanza Francesco Gelfo, 22 anni, ha postato un video su Tik Tok dove esulta:  “Me l’avete sucato – ha scritto – Sono a casa con gli arresti domiciliari”. E poi due faccine divertite. Sotto: “La galera è di passaggio, sempre a testa alta”. In sottofondo, una delle colonne sonore più gettonate di questo tipo di post, “Rispetto e libertà” di Nello Amato. E giù tanti like, con relativi commenti degli amici. “C’è da andarne fiero”. Oppure: “Diglielo a sti 4 fanghi”.

Un altro commento: “Sempre a testa alta, la paura non fa per noi, cuore mio siamo con te”. Chi sono i “noi” citati? Altro post terribile: “Grande fratello, alla faccia degli infami”, quest’ultimo riferimento è ai collaboratori di giustizia.

Non teme la misura cautelare che gli è stata inflitta. La considera il male minore. La frase è seguita da emoticon con le faccine che ridono di gusto. Su un altro social posta il messaggio: “La galera e di passaggio sempre a testa alta”. Anche stavolta non mancano gli emoticon. Gelfo ci tiene a mostrarsi forte. Reagisce con parole di scherno all’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo Walter Turturici. Il giudice lo definisce “un grossista della droga che opera nella piazza dello Zen 2”.

I finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria hanno monitorato i suoi contatti con Francesco Alamia e Antonino Velardi che da lui si rifornivano per alimentare la piazza dello spaccio che avrebbero gestito a Carini. I pubblici ministeri di Palermo contestano a Gelfo la detenzione e la cessione di 500 grammi di hashish ad un prezzo di 800 euro. Ma nelle carte giudiziarie si fa riferimento ad altri episodi e a quantità più rilevanti.

“Un chilo devo dare quello, un chilo e mezzo a quell’altro”, diceva Gelfo. Assieme a lui si muoveva un uomo di cui di cui si conosce soltanto il nome “Enrico”. Mentre gli investigatori lavorano per svelare la sua identità Gelfo reagisce all’arresto con toni sprezzanti.

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