Una “Missa Luba”, ieri sera, in Cattedrale, promossa dal Conservatorio di Palermo e da Fra Mauro Billetta della comunità di Danisinni. Una messa africana, di tradizione congolese, risultato di una commistione, post conciliare, fra la liturgia in latino e la spiritualità africana che si esprime anche con l’espressività prossemica. Presenti il sindaco Leoluca Orlando e l’arcivescovo Corrado Lorefice che ha intervallato i canti con alcune meditazioni. Un tripudio di colori e suoni ha riecheggiato in una cattedrale gremita, ricordando ai presenti che la musica è linguaggio ecumenico capace di travalicare le differenze fra gli idiomi e le culture. Si sono esibiti: Il coro del conservatorio, il coro del quartiere Danisinni, l’ensemble del conservatorio, coro ed ensemble della comunità africana.
Griot della serata, cantastorie spirituale di tradizione africana, Badara Seck, senegalese, musulmano, che vive a Roma: “La musica – ha detto – è la seconda lingua di ogni popolo, è l’occasione per dare e ricevere anche se non ci si comprende. Dimostra che nella diversità si possono fare delle cose insieme, il percorso comune è andare in Paradiso e incontrare il Creatore”.
Che l’accoglienza e l’apertura verso gli altri popoli siano l’essenza del Cristianesimo è stato sottolineato da Lorefice. “La città – ha detto l’arcivescovo – risponde a questo tipo di eventi; dimostra di non temere la diversità, che non fa prevalere la paura dell’alterita’. Il canto religioso dà voce a tutti i popoli. Il Cristianesimo riconosce il volto di Dio nell’altro, soprattutto in chi mostra i segni della sofferenza”.
Per il sindaco Orlando un’ulteriore tessera che compone il mosaico Palermo: “Un mosaico dove i diversi sono uguali e gli uguali diversi e la cornice che tiene uniti tutti questi tasselli multicolori è la persona umana, l’alternativa all’egoismo di chi dice sono individuo e appartengo ad un gruppo, costruendo la base di insopportabili logiche di intolleranza”.
L’evento, che si era già svolto nella mattinata di ieri nella chiesa sant’Agnese di Danisinni, rappresenta un’ulteriore occasione per il quartiere di integrarsi con la città.
“Un appuntamento – ha spiegato Fra Billetta, parroco di Sant’Agnese – che esprime il senso di accoglienza che caratterizza Danisinni; una liturgia insieme alla comunità africana, perché nella liturgia ci si riconosce figli dello stesso padre. L’accoglienza è frutto di questa consapevolezza, cioè l’altro mi appartiene perché tutti siamo itineranti in questa nostra vita terrena. Lo straniero provoca la mia condizione di stanzialità, dalla quale mi scuote. In questo processo di rigenerazione del quartiere, che coinvolge le più importanti istituzioni della città, un laboratorio teatrale sull’accettazione reciproca, che si svolgerà mercoledì e domenica prossima in fattoria, nella nostra parrocchia”.
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