“L’arresto di Matteo Messina Denaro dimostra che la mafia stragista ha perso e questo ha determinato un mutamento reputazionale: non è vero che la mafia è invincibile. Oggi i mafiosi vengono arrestati, condannati, alcune volte finiscono al 41bis e sanno che i loro patrimoni vengono confiscati. Questo ha fatto venir meno l’aureola di attrazione dei boss”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici intervenendo questa mattina al Teatro Paolo Giaccone di Bisacquino per l’iniziativa “no mafia” con gli studenti dell’istituto comprensivo “Mons. Giovanni Bacile” in vista della 40esima edizione della marcia antimafia Bagheria-Casteldaccia, in programma il prossimo 24 febbraio.
Cracolici “Ma bisogna colpire il livello delle connivenze”
“C’è però un livello che ancora non è stato colpito al cuore – ha aggiunto Cracolici – ed è quello delle connivenze, quello che il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia ha definito ‘borghesia mafiosa’. Se vogliamo debellare il potere di cosa nostra e ridurlo a fenomeno delinquenziale dobbiamo colpire quel livello. Per questo ‘adesso tocca a noi’ ed è importante partecipare alla marcia antimafia del 24 febbraio, perché ora dobbiamo muovere la società e le istituzioni perché nel contrasto non ci si fermi a Matteo Messina Denaro”.
All’iniziativa erano presenti anche i sindaci dei comuni di Bisacquino e Campofiorito, rispettivamente Tommaso Di Giorgio e Giuseppe Oddo, il presidente del Centro studi Pio La Torre Vito Lo Monaco, la dirigente scolastica Marinella Carmela La Rosa e la professoressa Angela Pizzitola.
Cracolici e l’antimafia contro il Tg1
Durissimo attacco ad inizio febbraio del presidente della commissione antimafia, Antonello Cracolici, contro il Tg1. Secondo Cracolici la “principale rete della televisione pubblica del Paese” in un suo servizio abbia applicato una sorta di par condicio “mafia – antimafia”, relegando in una semplice battuta la presenza della commissione ieri a Castelverano.
“Lo ripeto, trovo inaccettabile che quello che dovrebbe essere il telegiornale di punta del servizio pubblico racconti la Sicilia in un modo così distorto e macchiettistico – conclude Cracolici -. Chi vede quel servizio può essere portato a pensare che in Sicilia la maggioranza della gente neghi l’esistenza della mafia, se non addirittura ne sia implicitamente complice. Non è così! In Sicilia, tra la gente, il sentimento antimafioso è 100, 1.000 volte più diffuso e radicato di quello mafioso e sono stanco di assistere a queste rappresentazioni in stile “i siciliani sono tutti con la coppola e la lupara”. Ma la cosa potrebbe non finire qui: “Scriverò al presidente della Rai Marinella Soldi: ritengo necessario intervenire affinché il servizio pubblico di informazione non alimenti certi stereotipi che mortificano l’immagine di un intero popolo ed il sacrificio di quanti hanno perso la vita per liberare la Sicilia dalla mafia”.
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