“L’Italia è l’unico Paese al mondo in cui vige il sistema delle autorizzazioni preventive, dove bisogna, cioè, essere autorizzati a rispettare la legge. L’unica vera rivoluzione che si deve intestare la Sicilia è questa: eliminare il sistema delle autorizzazioni preventive che bloccano le imprese”.

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, parla della sua idea di sviluppo intervenendo alla VI conferenza regionale sul commercio, a Palermo.

“Un esempio per tutti è la Sovrintendenza di Palermo che ha in giacenza 18 mila richieste di autorizzazioni, con il risultato che quasi 2 punti di Pil della provincia sono chiusi nelle casseforti degli uffici”, ha attaccato Miccichè, che ha lanciato un appello alle varie categorie produttive presenti all’incontro: “Abbiate il coraggio di lamentarvi, dovete fare vostra questa battaglia e diventare martellanti con la politica. Solo cosi la Sicilia ha la possibilità uscire dalle secche in cui si trova”.

Un vecchio pallino per Miccichè quello di abolire una serie di autorizzazioni preventive in capo alle sovrintendenze che il presidente dell’Ars considera le strutture maggiormente burocratizzate e frenanti dello sviluppo dell’isola.

In passato la sua idea di intervenire proprio sulle Sovrintendenze ha creato polemiche infinite. Ora il Presidente del Parlamento siciliano torna all’attacco  chiede un assisti forte alle categorie produttive.

Per il presidente del Parlamento, in base alle proposte che aveva avanzato circa due anni fa la prima volta che parlò di possibile riforma delle Sovrintendenze, servirebbe una sorta di silenzio assenso con tempi stringenti oppure una norma che consenta l’avvio di opere con una semplice comunicazione e con i controlli da effettuare in seguito magari con pene severe per chi dichiara il falso per avviare le opere o non rispetta la legge o la propria stessa comunicazione di avvio. Attualmente, invece, proprio il sistema delle sovrintendenze è escluso dalle riforme della così detta sburocratizzazione

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