È sempre più accesa la “faida” politica interna alla coalizione che sostiene il presidente della Regione Nello Musumeci. Le ultime parole di Gianfranco Miccichè, riportate in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” sembrano oramai certificare quel che da tempo serpeggia all’interno dello schieramento di centrodestra a supporto del governo regionale: malcontento e frustrazione. Tutti (o quasi) contro Nello Musumeci perché è considerato uno che dei partiti se ne infischia. Ma questo atteggiamento sembra davvero aver raggiunto il culmine, con attacchi che oramai provengono da dovunque.

Miccichè: “La giunta non è di Musumeci”

Ecco che arriva adesso l’affondo di Miccichè che sino ad oggi si è sempre morso la lingua, o almeno questa è parsa l’impressione: “La giunta – dice in un’intervista all’edizione regionale di La Repubblica – non è sua. Non può continuare a invitare i partiti a stare fuori dal ‘suo governo’. Se vuole aggregare non può essere respingente. Continuare ad attaccare i partiti lo porterà alla non ricandidatura”.

Una polemica preceduta da un’altra

Le parole di Miccichè non arrivano a caso. Infatti 24 ore prima c’era stato uno scontro a distanza tra Musumeci e il leader della Lega Matteo Salvini. Quest’ultimo, spesso critico pura avendo un suo rappresentante in giunta, aveva addirittura lanciato la candidatura a presidente della Regione del segretario regionale del Carroccio. Musumeci per tutta risposta gli avevo detto: “La Lega decida se stare dentro o fuori il governo regionale”.

“Parole Musumeci non mi piacciono”

Rispetto a questo scontro a distanza Miccichè esprime più di un dubbio: “A me piacerebbe – si legge ancora dalle pagine di Repubblica – che gli scontri avvenissero sui temi della politica. Questa polemica, poi, arriva in tempi sbagliati: manca più di un anno. Salvini vuole fare la sua parte? Non avrebbe neanche bisogno di dirlo. Al momento opportuno se ne parlerà. Devo dire però che non capisco la reazione del presidente. Non posso dire che mi piace. Non c’è motivo di reagire così. L’autocandidatura è un concetto che cinque anni fa ha inventato lui”.

Le critiche sull’atteggiamento

“Il suo atteggiamento – dice Miccichè rivolgendosi a Musumeci – per cui decide lui e gli altri devono solo ascoltare non funziona. Non avrebbe funzionato neanche con Berlusconi. La nostra è una coalizione. Le fondamenta del governo sono i partiti che lo hanno fatto eleggere. Parlare contro i partiti non lo porterà alla ricandidatura. Poi, certo, può scegliere di correre da solo. Ognuno si assume le sue responsabilità. Io invece voglio vincere”.

E sulle comunali di Palermo

Certamente l’unico terreno di scontro politico non è solo la prossima competizione delle regionali. L’anno prossimo ci sono anche le elezioni comunali di Palermo: “Di candidati – dice Miccichè – ne abbiamo più d’uno. Forza Italia ha più che il diritto di avere il proprio candidato. Se andasse in porto l’unione con Sicilia futura e io fossi arrogante, potrei dire che basteremmo io e Edy Tamajo per decidere. L’importante è che ci sia un accordo con i partiti e che le candidature si scelgano in Sicilia”. Ed in merito agli elogi di Matteo Renzi, commenta: “Questa vicinanza non si scopre oggi. Credo valga a Roma come a Palermo. Un dialogo è utilissimo, a condizione che non ci siano veti. Se potessi farei l’operazione con Italia viva, ma al momento non posso. Aspettiamo l’elezione del presidente della Repubblica. Non c’è nessuna urgenza. Pensare di anticipare i tempi perché si vuole una candidatura è il peggiore degli errori. Questo vale per tutti”.

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