La speranza, in casa azzurra, è che la composizione del governo Gentiloni possa aiutare a riportare il sereno anche nella compagine siciliana di Forza Italia ed in parte del centrodestra. Ma la possibilità che ciò avvenga non proprio elevata. Nel partito di Berlusconi in Sicilia, infatti, si sono vissuti e si vivono giorni di maretta dopo le dichiarazioni di Gianfranco Micciché che ipotizzava un rassemblement dei moderati per vincere le elezioni in Sicilia e sconfiggere il Movimento 5 Stelle. Insomma, anche senza una citazione esplicita, l’idea era quella del famoso (e probabilmente per ora sepolto) Partito della Nazione.

Ma prima ancora di parlare di politica ‘applicata tutto nasce dall’offesa per un mancato invito, il sei dicembre ad Arcore, per la valutazione del risultato referendario. Fra i vertici del partito nella villa di Silvio non c’è Gianfranco Micciché e la cosa viene subito notata a iniziare proprio da lui, l’amico di sempre che da qualche tempo è tornato a fare il commissario del partito.

Una polemica che tanto somiglia a quella dei compagnetti delle scuole elementari non invitati alla festa di compleanno del più popolare della classe ma che in politica ha un suo significato. Certo fa sorridere come arrivi il chiarimento. Non è Berlusconi a comunicarlo ma lo stesso Miccichè con una frase secca “Vorrei chiarire che il problema di ieri (6 dicembre) è stato affrontato e risolto insieme al presidente Silvio Berlusconi intorno all’una di notte”

Sul piatto, dunque, accantonata l’offesa, resta solo la politica. La tesi del mai citato Partito della nazionale, infatti, non è andata giù ad una parte di Forza Italia, in particolare al deputato ragusano Giorgio Assenza, il quale confidando in Berlusconi che aveva da subito allontanato questa ipotesi, ha bollato come ‘malsana’ l’idea del “Partito della Nazione, o di un Governo di larghe intese, o di una grande coalizione, perché in quel caso, veramente, si aprirebbe la strada per una vittoria schiacciante, a tutti i livelli, del Movimento Cinque Stelle”.

Proprio con Micciché, il parlamentare ibleo è stato durissimo: “Non ancora pago di avere già regalato la Sicilia a Crocetta nelle scorse elezioni – ha detto Assenza – vorrebbe ora ripetersi  magari consegnando agli avversari, oltre al Governo regionale, la guida delle grandi Città siciliane in cui si vota il prossimo anno”.

A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato il parlamentare acese, Basilio Catanoso, che allontanando l’ipotesi del Partito della Nazione ha parlato di “dichiarazioni certamente fraintese”.

La questione sarà certamente sul tappeto in occasione dell’incontro di lunedì 19 dicembre a cui parteciperanno  parlamentari e dirigenti di Forza Italia, ma c’è da contenere il malumore di Noi Con Salvini.

Ieri, infatti, in un incontro sulla flat tax, il deputato Angelo Attaguile, che del movimento è coordinatore, ha trovato lo spazio per replicare alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal coordinatore regionale di Forza Italia: “Non crede nella Lega? Non perda tempo a porsi il problema perché siamo noi che con lui non vogliamo averci niente a che fare. Lo abbiamo sempre sostenuto a gran voce, puntiamo a cambiare la classe dirigente siciliana e Micciché appartiene al passato, peraltro un passato in netto chiaroscuro”.

Chiaro era stato anche Alessandro pagano che rappresenta la Lega nella Sicilia occidentale “Micciché ritiene che l’alleanza con la Lega sia sbagliata, anche perché al Sud e in Sicilia la Lega non esiste. Su quest’ultima affermazione mi dispiace smentirlo, ma insieme a tanti amici abbiamo avviato il progetto della ‘Lega dei Popoli’ e sabato prossimo17 dicembre, lo potrà constatare di persona se vorrà, passando dall’Astoria Palace a Palermo. In quell’occasione insieme a Matteo Salvini terremo a battesimo questo progetto, autonomista, che mira a valorizzare le identità e la sovranità del popolo. Noi siamo per ridare dignità ai cittadini, soprattutto attraverso il voto che va rispettato, prima e dopo. Il resto è solo tattica politica che ai siciliani interessa poco”.

Insomma rientrata o no che sia la polemica dentro gli azzurri, resta una grande litigiosità nella presunta coalizione di Centrodestra. una situazione che il commissario siciliano di Forza Italia non sembra tollerare poi molto pensando sempre e comunque al suo partito come leader di un’area che, invece, leader non vuole più riconoscerne.