“Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”. Attribuita ad Albert Einstein, la celebre frase, che forse il grande fisico e Premio Nobel non pronunciò mai, esalta l’importanza di questi insetti non solo per la produzione di miele, dalle risapute proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, lenitive e sedative, ma soprattutto per l’impollinazione dei fiori di molte piante da frutto.
Peccato, però, che le api sono minacciate dai pesticidi e da una serie di parassiti in grado di determinare notevoli danni agli alveari. Dopo due anni dall’arrivo di Aethina tumida, un coleottero killer che, rendendo invendibile il miele, ha fatto tremare gli apicoltori del Siracusano, a che punto è la lotta contro il micidiale insetto? Ci sono ancora focolai?
Qual è lo stato di salute delle centinaia di aziende apistiche sparse a Catania, Palermo e Messina, dopo che la Comunità europea nel 2014 vietò ai siciliani di esportare arnie e api? Per rispondere a queste domande, l’Istituto Zooprofilattico della Sicilia, dove è attivo un servizio a sportello per gli apicoltori, ha organizzato un convegno, dal titolo Aethina tumida: stato dell’arte e prospettive future.
L’appuntamento è domani, 6 maggio alle 10 nell’aula magna dell’Istituto Zooprofilattico via Marinuzzi, 3, Palermo
Saranno presenti, tra gli altri, Franco Mutinelli, veterinario, rappresentante del Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Giovanni Formato, veterinario, dello Zooprofilattico Lazio e Toscana, Antonino Virga, dirigente dell’assessorato regionale alla Salute, Salvatore Seminara commissario straordinario e Santo Caracappa, direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia. Modererà l’incontro Stefano Reale, dirigente biologo dello Zooprofilattico di Palermo e organizzatore del convegno.
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