“Quello che sta accadendo sotto i nostri occhi è una vergogna immane, è il nuovo olocausto, anzi peggio, perché sappiamo ciò che sta succedendo, non abbiamo l’alibi di dire che non sapevamo. Per questo dobbiamo fare di tutto perché questa tragedia finisca”. E’ l’appello commosso e accorato lanciato dal dottore Pietro Bartolo, medico del Poliambulatorio di Lampedusa, durante la sua testimonianza al 35° Convegno internazionale “I Gesuiti e la storia” dedicato al tema “I Gesuiti e i migranti”, in corso all’Istituto Gonzaga di Palermo. Un racconto di vite salvate, di morti, di segni di tortura, di sofferenze indicibili, che ha toccato profondamente i numerosi e giovani partecipanti all’incontro.
Sui migranti e rifugiati accolti o rifiutati, nella storia e nell’attualità, sull’importante fenomeno al centro del dibattito politico nazionale e internazionale si concentreranno fino a domani le riflessioni e i contributi di un centinaio di studenti dei collegi dei Gesuiti dell’Argentina, della Lituania, dell’Ungheria e della Provincia Euromediterranea di Malta, Albania, Milano, Torino, Roma, Napoli, Messina.
L’appuntamento internazionale fu ideato da padre Giuseppe Patti, a Palermo, nel 1983. Oggi ha ricevuto il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “L’assemblea sottolinea il ruolo dell’internazionalizzazione intrapreso dalle vostre comunità educanti, valorizzando la rete mondiale delle scuole ignaziane, per puntare sui giovani nel fondare una società interculturale – sottolinea il Capo dello Stato – Il progetto formativo, che trova in questa sede un importante momento di sintesi sul tema delle migrazioni, costituisce un’esperienza di fraterna condivisione per tutti i giovani provenienti dai diversi collegi dell’ordine e unisce l’attenzione scientifica alla cura della dimensione esistenziale”.
All’apertura del convegno l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione, Roberto Lagalla: “Questo è un momento importante per comprendere che il futuro è nelle vostre mani. L’educazione è un’occasione di libertà”. Intense le testimonianze di Simona La Placa, vice presidente del Centro Astalli di Palermo, la struttura JRS (servizio dei Gesuiti per i rifugiati) che, con il generoso lavoro dei volontari, offre servizi di primaria e secondaria accoglienza (fornitura di viveri e abbigliamento, assistenza sanitaria, consulenza legale, doposcuola per i bambini, scuola di Italiano per gli adulti, aiuto all’inserimento sociale e lavorativo), e di Ismael, un giovane migrante della Costa d’Avorio, accolto al Centro Astalli.
“L’obiettivo di questo convegno – sottolinea il direttore generale dell’Istituto Gonzaga-ISP, padre Vitangelo Denora – non è parlare della questione dei rifugiati, ma mostrare il volto dell’altro che suscita un richiamo interiore. E’ un’idea coraggiosa, perché è l’occasione di fare parlare i giovani di oggi, che si lasciano mettere in discussione”.
Le due giornate di studi vertono proprio sul contributo dei ragazzi con le loro comunicazioni in lingua inglese. Durante le giornate del Convegno si alterneranno tempi di comunicazioni di elevato livello culturale a tempi di visita della città e di incontro concreto con i migranti e le strutture di accoglienza.
Quest’anno il convegno ritorna a Palermo dopo essere stato ospitato negli Istituti di Torino, Milano, Genova, Roma, Bari, Napoli, Messina, Malta, La Coruña e Siviglia (Spagna), Gdynia (Polonia), Miskolc (Ungheria).
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