Grande movimento ieri su wathsapp che si è quasi bloccato per la sconsiderata condivisione di alcuni video indirizzati verso il sindaco Orlando causa, secondo i protagonisti dei post sul covid-19, della crisi economica conseguente, della disoccupazione e, perché no, di tutti i mali del mondo.

Uomini e donne, giovani e meno giovani,  tutti indistintamente scagliati contro il primo cittadino con minacce e sconcezze verbali non degne neanche dei primi popoli barbari.

Argomento del contendere: “u pani p’ì Picciriddi”. Questo è il leit motive del palermitano vile e vigliacco quando chiede qualcosa al potente di turno. Non per sè ma “p’ì picciriddi ‘a casa chi chiancinu”.

È un vecchio sistema usato dai mendicanti, di apparire ancor peggio di come si è e di farsi scudo di qualcun altro che possa muovere a compassione il destinatario della richiesta, quasi a voler stimolare in lui il senso di colpa.

Queste minacce, beninteso, in quanto esplicite non devono destare alcuna preoccupazione in sè, ma devono essere un segnale di allarme di qualcosa che nasce, a volte anche per gioco, superficialità o semplice desiderio di mettersi in mostra, ma che se non si sta attenti non si sa che strada potrà prendere e se e come si evolverà.

Un fatto è certo: vanno fermati sul nascere, onde evitare proselitismi legittimati da un alto numero di like, come usa adesso nel mondo “sociale” della rete. Se è vero come è vero che viviamo in un momento di emergenza o, come qualcuno ha detto, siamo in guerra, bene. Allora à la guerre comme à la guerre.

Chiediamo al Sindaco, al Prefetto, al Presidente della Regione, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Interni, che si prendano provvedimenti seri ed immediati ricordando un vecchio motto: Unum castigabis, centum emendabis.