Mondello nuovamente allagata

  • Reti fognarie in tilt per il temporale
  • Una storia che va avanti da cinquanta anni
  • Il miracolo delle acque che si alzano

Mondello allagata non è più una notizia. E’ lo stato delle cose. E’ la certificazione flottante di una diffusa incapacità amministrativa , di uno stato d’abbandono, mortificato ancor di più dai rattoppi d’asfalto appiccicati al terreno quando c’è da mostrare in pubblico (e in tv) il volto migliore della località balneare più amata dai palermitani. Vedere alla voce Giro ciclistico di Sicilia, tanto per fare un esempio.

Mondello, nei fatti, è ormai un’isola all’interno del comune di Palermo. Uno scroscio sostenuto di pioggia e dai tombini esplodono colonne d’acqua che si riversano prima nelle strade  e poi in botteghe, negozi e case. E’ una storia che va avanti da quasi cinquanta anni. Ora, però, tutto è più chiaro. Mondello è destinata a diventare come Venezia. Non per un preciso disegno politico. Ma per  ignavia, per il non aver mai voluto radicalmente affrontare una volta per tutte il dissesto- perché di dissesto si tratta – che assilla le reti di Mondello.

Mondello, bella d’estate, abbandonata d’inverno

Amata e abbandonata è questa piccola perla costiera. Le si regala la nobiltà delle zone traffico limitato d’estate, la si lascia affogare tra acque reflue e monnezza, quando i riflettori della bella stagione sono spenti. Perché, è vero che con una precisa – e per tanti aspetti condivisibile – semantica amministrativa si è deciso di tagliare fette del traffico di Mondello destinandole a passeggiata. Ma nulla è stato fatto (o comunque anche se è stato fatto, nulla è stato prodotto in concreto)  per rimediare al dissesto delle reti fognarie e dell’acqua. Piove e si allaga tutto.

Esistono ormai leggende metropolitane su strade segrete e percorsi miracolosi, utile a evitare la furia delle acque che assedia la borgata marinara. La strada maestra è nei fatti inibita. La si percorre usualmente uscendo dalla Favorita e lasciandosi cullare in discesa verso Piazza Valdesi. In tempi autunnali, quando piove, il viaggiatore distratto potrebbe tentare la seduzione del lungomare. Il primo stop lo si rischia arrivati di fronte alla battigia. La rotonda storica, quella della disputa del “Baretto” per capirci, sovente si trasforma in novella Piazza San Marco. Con il lungomare interdetto, bisogna deviare grazie a una chicane, per immettersi sulla strada parallela al mare. Anche lungo quel viale interno esistono ben disseminate trappole. La prima è all’altezza dell’Hotel Palace. Per chissà quale strana ragione costruttiva, quel segmento di strada risulta concavo. Con le piogge si trasforma in un bacino di acque marroni, fanghiglia e spazzatura. Lì abbiamo visto – ed accade da almeno dieci anni – giovani atleti cimentarsi nella nobile arte del surf, trainati da possenti fuoristrada.

Il miracolo di Mondello, la levitazione della acque

Ma la vera sorpresa, il vero segreto di Mondello è nelle salite. Non sono mai ripide. Arrivati di  fronte al Palace e constatata l’impossibilità di continuare quel percorso,  si potrebbe tentare la deviazione sul viale Galatea. Ed è lì che accade il miracolo. Ci si trova di fronte a un paradosso della fisica. Perché a Mondello le leggi  di quella scienza esatta non valgono più. L’allagamento in salita è la specialità della casa. Più ci si inerpica lungo viale Galatea, più si alza il livello delle acque. E la situazione diventa ancor più ridicola – e tragica per chi ci vive – quando dalle villette liberty si passa alle palazzine popolari di Partanna. Anche lì, le acque si ergono piuttosto che arrendersi e defluire, inondando così case e negozi. E’ il nostro piccolo miracolo popolare, la levitazione delle acque e delle fogne. Un giorno diventerà leggenda.

Ora, sicuramente qualche genio della cosa pubblica obietterà: si tratta di fenomeni estremi, non c’è nulla da fare. Falso, non esistono in linea teorica le catastrofi naturali. Esistono disastri causati dalla cupidigia dell’uomo e dall’incapacità di gestire bene, con quel minimo sindacale di cura e amore, i luoghi dove abitiamo.

 

 

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