Il tribunale del Riesame di Palermo ha respinto la richiesta di scarcerazione di Luigi Spera, il vigile del fuoco esponente del movimento indipendentista Antudo coinvolto nel lancio di bottiglie molotov dentro la sede palermitana Leonardo Spa il 26 novembre del 2022 nel corso di una manifestazione. Spera, dunque, resta in carcere. Le indagini sono state condotte dalla sezione antiterrorismo della Digos di Palermo e dalla direzione centrale della polizia di prevenzione, coordinate dalla Procura di Palermo.

Il raid

Oltre a Spera vennero emesse due misure dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a carico di altri due esponenti del movimento. Il vigile del fuoco, ritenuto esponente di spicco di Antudo, era accusato di aver “provocato un incendio mediante l’utilizzo, in luogo pubblico, di congegni incendiari, equiparati ad armi da guerra”. Secondo le indagini della Digos dell’incendio, provocato dallo scoppio delle molotov, sarebbero responsabili 7 persone. Quattro sono ancora ricercate. L’azione fu commessa nell’area che si trova davanti al sito industriale. Le fiamme lambirono una autovettura della società di sicurezza della struttura e si sarebbero potute estendere a un centro commerciale e ad alcune case visto che la zona è molto popolata. Solo la pioggia evitò il peggio.

Le ragioni dell’attentato

L’attentato è stato rivendicato, attraverso la pubblicazione del video dell’azione sul web e sui canali social riferibili alla piattaforma indipendentista siciliana Antudo. Il movimento, radicato su scala regionale, accoglie tra le sue fila esponenti di estrema sinistra e dell’area antagonista dell’isola e in passato è stato autore di manifestazioni antimilitariste. Il messaggio di rivendicazione dell’attentato si intitolava: “Sanzionata la Leonardo S.p.A a Palermo #DefendKurdistan”. Il gruppo industriale sarebbe stato individuato quale simbolo da colpire per contestare le scelte in materia di politica estera dello Stato, accusato di essere, dal 2019, il principale fornitore di armamenti alla Turchia e, per questa ragione, ritenuto responsabile dei massacri avvenuti nella regione del Kurdistan.

Articoli correlati