- A Palermo al via interventi di consolidamento delle pareti rocciose di Monte Pellegrino
- Lo stabilisce il decreto dell’assessore regionale del Territorio e ambiente, Toto Cordaro
- A Raffadali, dopo vent’anni un progetto per l’area di via don Castrenze
Saranno consolidate le pareti rocciose di Monte Pellegrino che sovrastano le aree urbane di Vergine Maria e Addaura, a Palermo, caratterizzate dalla presenza di edilizia residenziale. Lo stabilisce il decreto dell’assessore regionale del Territorio e ambiente, Toto Cordaro, che esprime parere positivo alla “Valutazione di incidenza” delle opere di consolidamento previste nell’area in questione per un intervento che ammonta complessivamente a 13.6 milioni di euro.
Il progetto dell’Università di Palermo
Il progetto, proposto dal commissario di governo per il dissesto idrogeologico nella Regione siciliana, è stato redatto dal Dicam, dipartimento d’Ingegneria civile, ambientale, aerospaziale, dei materiali della Scuola Politecnica dell’Università di Palermo. L’obiettivo del progetto è quello di procedere alla mitigazione della pericolosità dei costoni lapidei, ossia della probabilità che da essi possano distaccarsi porzioni di roccia, e a ridurre inoltre il livello di rischio caduta massi sulle aree abitate su cui incombe il versante.
Gli interventi a Monte Pellegrino
Fra gli interventi previsti anche l’installazione di barriere paramassi a elevato assorbimento di energia e interventi di tipo passivo, quali disgaggio di elementi lapidei a rischio caduta e installazione di pannelli di funi di acciaio ad alta resistenza. Le aree in oggetto sono classificate nella carta PAI (Piano per l’assetto idrogeologico) con una pericolosità P4 che genera rischio R4, molto elevato.
Intervento della Regione a Raffadali, nell’Agrigentino
A Raffadali, nell’Agrigentino, per il recupero dell’area compresa tra le vie don Castrenze, Belvedere e Cristoforo Colombo il team che si è aggiudicato la progettazione esecutiva è chiamato a mettere in campo tutta la competenza e l’esperienza di cui dispone. La documentazione fotografica, peraltro, parla chiaramente: vecchi edifici disabitati e pericolanti, frane e processi di erosione del versante e una classificazione R4, ossia di rischio molto elevato che, in questo caso, appare addirittura insufficiente. Ma la Struttura contro il dissesto idrogeologico, guidata dal governatore Nello Musumeci, nell’opera di messa in sicurezza del territorio, è abituata ad affrontare ogni genere di emergenza.
Affitati indagini geologiche e i rilievi tecnici
Affidate le al raggruppamento di professionisti coordinato dalla Sa&Gi srl Engineering di Agrigento le indagini geologiche e i rilievi tecnici dai quali si capirà in che modo procedere alla riqualificazione del sito che versa in stato di abbandono da oltre vent’anni: duemila e cinquecento metri quadrati, complessivamente, colpiti da frane e crolli che si sono succeduti negli anni, aggravando una situazione già drammatica. E’ per questo che si dovrà prima demolire ed eliminare le macerie e, in seconda battuta, avviare il consolidamento vero e proprio con un sistema di paratie a quote differenti, terrazzamenti e un muro in cemento armato. Le risorse finanziarie per l’intervento sono già disponibili e ammontano a circa un milione e mezzo di euro e sono quelle che permetteranno di trasformare quest’area, fortemente degradata, in uno spazio verde da restituire alla pubblica fruizione.
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