Un monumento commemorativo per accogliere le ceneri dell’archeologo Sebastiano Tusa verrà svelato a mezzogiorno di giovedì 9 dicembre a Palermo, nella cappella del Ss. Crocifisso della chiesa di San Domenico, pantheon dei siciliani illustri.

Il monumento, a custodia dell’urna con le ceneri dell’assessore regionale ai Beni culturali del governo Musumeci scomparso tragicamente nella sciagura aerea avvenuta in Etiopia il 10 marzo del 2019, è stato realizzato dall’artista Michele Canzoneri.

Alla cerimonia, aperta alla città nel rispetto della vigente normativa anti-Covid, saranno presenti il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e il governo regionale, la soprintendente ai Beni culturali di Palermo, Selima Giuliano, la soprintendente del mare e vedova di Tusa, Valeria Li Vigni, il priore di San Domenico, padre Sergio Catalano, il responsabile dell’ufficio speciale Progettazione della Regione, Leonardo Santoro e l’artista Michele Canzoneri.

La figura di Sebastiano Tusa

Archeologo subacqueo, studioso e intellettuale, figura istituzionale. Sebastiano Tusa è stato un uomo dagli interessi molteplici, la cui personalità è espressa dall’epitaffio che, attraverso una sua frase, lo ricorda nel monumento commemorativo: “Di fronte all’ignoto, il viaggio permette di avere l’emozione della scoperta: cercare, trovare, rischiare, per la sete di conoscenza e per quell’Ulisse che è in noi”.

Restaurata la cappella del Ss. Crocifisso

Il restauro della cappella del Santissimo Crocifisso, a cura dell’Ufficio Speciale per la Progettazione della Regione Siciliana diretto da Leonardo Santoro, ha restituito all’originaria bellezza lo spazio architettonico e le opere d’arte custodite. Tra queste, la singolare “macchina scenica” dell’altare, con le quattro tele mobili tardo settecentesche ed il Crocifisso ligneo cinquecentesco di Giovanello de’ li Matinati raffiguranti i cinque Misteri dolorosi del Santo Rosario, devozione legata all’Ordine domenicano.

Il priore di San Domenico, padre Sergio Catalano, nel ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione, sottolinea l’importanza di un’operazione che, virtuosamente, mette insieme la memoria degli uomini e dei luoghi che costruiscono la nostra identità. Sono fiero di aver promosso e accompagnato questo lavoro.

“La presenza di Sebastiano Tusa nella Cappella del Crocifisso in San Domenico – seppur in conseguenza di un evento doloroso – ci ha motivato nel riconsegnare alla cittadinanza, e alla Sicilia tutta, uno spazio fortemente degradato e finalmente recuperato, omaggio alla passione dell’archeologo per la cultura e il sapere. Qui il turista ma soprattutto chi cerca riposo per lo spirito potrà nuovamente raccogliersi davanti allo stupefacente Crocifisso. L’esempio degli illustri dovrebbe spronarci a partecipare a tutti la nostra professionalità, la nostra passione e, per chi crede, la nostra fede”.

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