Resta un fenomeno preoccupante quello delle morti sul lavoro in Sicilia. Il 2022 si chiude in Sicilia con ben 50 decessi, il 6,3% del totale di quelli che si sono verificati in tutta Italia. Un po’ ovunque il trend del 2021 si conferma, come per le province di Palermo e Catania, ma addirittura ci sono casi allarmanti come a Siracusa dove gli infortuni mortali sono raddoppiati.

I numeri

Palermo chiude al 57° tra le province con più casi di morti sul lavoro rispetto al numero di occupati. Questa incidenza si ferma al 31,4 per effetto dei 10 decessi registrati sui 318 mila occupati. Nel 2021 i casi erano stati 11 e si era chiuso al 26° posto. Catania sta anche messa peggio per effetto del suo 26° posto in questa tragica classifica. Ci sono stati addirittura 14 morti nei luoghi di lavoro, l’anno scorso erano stati 9. Peggio ancora fa Siracusa che chiude per incidenza al 21° posato in Italia con 6 decessi  nel 2022, lo scorso anno erano stati la metà. I dati sono dell’Inail elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering.

Quali settori più colpiti

Il settore più colpito dal fenomeno delle morti sul lavoro è il terziario, segue industria e artigianato. Le denunce per malattie professionali a Palermo hanno subito un leggero calo, 166 rispetto a 172 del 2021. “Importanti le azioni quotidiane degli enti bilaterali come l’Ebas – ha recentemente affermato il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana – e i progetti nelle aziende del territorio portati avanti dallo Spresal dell’Asp 6, anche se pensiamo che sarebbe necessario potenziarne l’organico per valorizzare ancora di più il loro ruolo. Ribadire poi la centralità del lavoro del Co.co.co Pro Inail, che porta direttamente dentro l’istituto le istanze e le denunce del mondo sindacale, e poi dell’opera fondamentale del nostro patronato Inas nell’individuare le malattie professionali, che spesso nemmeno gli stessi lavoratori sono in grado di riconoscere.

Inail: “Ecco cosa fare per invertire il trend”

A Talk Sicilia nel dicembre scorso, Carlo Biasco, direttore Inail in Sicilia, ha spiegato cosa si sta facendo per cambiare rotta. Primo obiettivo è introdurre una cultura della prevenzione. “E’ uscito un bando che a livello nazionale ha stanziato circa 14 milioni di euro, di cui quasi un milione è destinato alla Sicilia (sesta regione come importo assegnato), per progetti di formazione, per formare i lavoratori, quindi i rappresentanti dei lavoratori della sicurezza, quelli territoriali di Rspp, quelli del servizio prevenzione e protezione, quelli degli stabilimenti. Oltre a quelle che sono le formazioni previste obbligatoriamente dal Testo unico della sicurezza – conclude Biasco – si devono fare dei percorsi formativi per innalzare il livello complessivo di consapevolezza e di sicurezza a maggior tutela dei lavoratori, donne e uomini che portano avanti il sistema Paese”.

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