Muore un altro boss storico di Cosa Nostra. Si tratta di Vincenzo Galatolo, boss dell’Arenella. L’uomo d’onore è morto in carcere, a Milano Opera, dove era rinchiuso al 41 bis. Aveva 81 anni. Pochi mesi fa, la Cassazione aveva confermato la sua condanna a trent’anni per i per la strage di Pizzolungo, ad Erice, nel Trapanese. La mafia, il 2 luglio ’85, tentò di assassinare il magistrato Carlo Palermo.

I figli del boss entrambi pentiti

Padre del pentito Vito e di Giovanna, anche lei collaboratrice di giustizia, è stato ritenuto responsabile dell’uccisione di Barbara Rizzo e dei gemelli di 6 anni Salvatore e Giuseppe Asta, che la donna stava accompagnando a scuola, il 2 aprile del 1985. Il vero obiettivo però era il magistrato Carlo Palermo.

Sulla sentenza hanno pesato le dichiarazioni proprio della figlia del boss, Giovanna, che aveva riferito della rabbia del padre contro la madre il giorno in cui venne diffusa in televisione la notizia della strage: l’imputato avrebbe brutalmente aggredito la moglie quando gli avrebbe detto che “i bambini non si toccano”.

La storia del boss e dei clan a cui era vicino

Vicino al clan dei Madonia, Vincenzo Galatolo è stato membro della Cupola capeggiata da Totò Riina e punto di riferimento della criminalità organizzata all’Arenella. Il boss era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, e poi a 30 anni per l’omicidio di Lia Pipitone, figlia “ribelle” di Antonino Galatolo. Una vita macchiata dal sangue, dunque, che ieri si è conclusa al 41 bis.

La malattia del boss in fase terminale e l’età

Era affetto da una malattia in fase terminale ed era stato colpito da una polmonite. I suoi legali avevano chiesto la scarcerazione, ma l’istanza era stata rigettata.

La salma sarà trasferita a Palermo per il funerale: si attendono disposizioni da parte della questura che quasi certamente impedirà la cerimonia pubblica.

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