E’ morto all’ospedale Villa Sofia di Palermo dove da quasi un mese lottava fra la vita e la morte, Giovan Battista Riccobono, l’uomo quasi novantenne picchiato in casa venti giorni fa da un malvivente entrato nell’appartamento per rubargli pochi spiccioli e la fede nuziale.

Lo ha letteralmente massacrato di botte dopo esserre riuscito a farsi aprire la porta con uno tratagemma, chiedendo dell’acqua.

L’assalto era avvenuto  lo scorso 25 agosto, mentre Riccobono si trovava nella sua abitazione, in largo Campofiorito, a Borgo Nuovo.

Al momento dell’assalto l’ottantanovenne si trovava solo in casa. Ha cercato di opporre resistenza, ma non ce l’ha fatta.

Il rapinatore è fuggito con 60 euro, un orologio e delle fedi, di cui una ricordo dei cinquant’anni di matrimonio. “Mio padre è in rianimazione – ha detto il figlio al Giornale di Sicilia – e i medici purtroppo non sono affatto ottimisti per la sua ripresa, anzi ci hanno proprio detto di non illuderci, che le speranze sono poche. Quando sono arrivato in casa l’ho trovato con il volto tumefatto e persino con un buco allo sterno, segno che quando lo hanno picchiato hanno usato qualche oggetto, una chiave o chissà che altro”.