Un palermitano di 62 anni Vito Petrotta è morto ieri mentre si trovava al pronto soccorso dell’ospedale Policlinico di Palermo in codice giallo. L’uomo era in attesa da tre ore per essere visitato.

L’attesa e l’aggravamento

Durante l’attesa le condizioni si sono aggravate e poco dopo è morto. La famiglia dell’uomo ha presentato denuncia ai carabinieri. La salma dell’uomo è stata portata all’istituto di medicina legale del Policlinico per eseguire l’autopsia. La procura ha aperto un’inchiesta. Sono state sequestrate le cartelle cliniche.

La replica del Policlinico di Palermo

“Stiamo verificando il percorso del paziente – dicono dal Policlinico – Dai primi accertamenti risulta che al momento dell’arrivo, tramite 118, presso il nostro pronto soccorso fossero presenti tre casi critici in contemporanea”.

Paziente giunto da altri pronto Soccorso

“Il paziente è giunto da noi proveniente da altri pronto soccorso cittadini. Assicuriamo – aggiungono – che stiamo verificando eventuali responsabilità che potrebbero interessare più organizzazioni sanitarie e nel contempo rappresentiamo la nostra vicinanza alla famiglia per quanto accaduto”.

Arrivato per un malore cardiaco

Vito Petrotta, 62 anni, palermitano morto al pronto soccorso del Policlinico, come fanno sapere dall’ospedale soffriva di diverse patologie. Ma da fonti sanitarie ieri è stato portato al pronto soccorso con un’ambulanza con il medico a bordo per un malore cardiaco. Gli era stato assegnato un codice giallo. In queste ore i sanitari delle sale operative del 112 e del 118 stanno analizzando le registrazioni per cercare di ricostruire quanto successo e da dove è arrivato il paziente. Una ricostruzione che servirà a chiarire cosa sia successo al paziente e se ci siano responsabilità.

Un precedente di sospetta malasanità a Messina a fine dicembre

Un precedente di caso sospetto di malasanità ma con presupposti diversi è stato registrato a Messina. La Procura  in quella occasione ha aperto un fascicolo su un caso di presunta malasanità. Ad essere indagate 17 persone, tra medici e infermieri, nell’ambito di un’inchiesta aperta sulla morta di una 61enne operata nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Papardo, dimessa il 24 dicembre, e deceduta lo stesso giorno in auto durante il viaggio di ritorno a casa. Lo scrive la Gazzetta del Sud. La donna era stata sottoposta a un intervento alle ovaie durante il quale, secondo una prima ricostruzione, potrebbe avrebbe subito una lesione alla vescica.

I reati contestati

I reati ipotizzati, a vario titolo, dal sostituto procuratore Alessandro Liprino, sono omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni in ambito sanitario. Il magistrato ha nominato come consulenti il medico legale Giovanni Andò e la ginecologa Alfonsa Pizzo chiedendo loro, tra l’altro, di accertare se l’operato del personale medico e paramedico che ebbe in cura il paziente, si sia conformato alle regole della migliore scienza medica.

 

 

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