Conclusa una parte del riallestimento nello scorso ottobre 2018, il Museo Diocesano di Palermo ha aperto alla pubblica fruizione una nuova sala al piano nobile del Palazzo Arcivescovile, intitolata all’Arcivescovo Pietro Martinez Rubio (1657-1667).
Da qualche anno la Soprintendente ai BB.CC.AA. di Palermo, guidata dall’arch. Lina Bellanca, ha portato avanti, a cantiere aperto, i lavori di restauro e di riallestimento del Museo Diocesano di Palermo che attendono la definitiva conclusione.
Alla fine del 2018 si è, dunque, proceduto alla riapertura di alcune sale solo parzialmente riordinate e di altre con nuove opere esposte, secondo il progetto del curatore prof. Pierfrancesco Palazzotto, vicedirettore del Museo, in sinergia con l’arch. Bellanca.
Tra le sale rinnovate e riaperte sono state la Sala delle Croci al pianterreno (con manufatti dal XIV al XVI secolo) e la Sala delle Arti decorative barocche al seminterrato, con l’esposizione della collezione Lagumina dei mattoni di censo in ceramica maiolicata sei-settecentesca.
Oggi apre al piano nobile la sala adiacente alla torre medievale intitolata a mons. Pietro Martinez Rubio, Arcivescovo di Palermo (1657-1667). L’ordinamento museologico di Palazzotto ha, infatti, infatti, tenuto conto dello stemma di Martinez in stucco con putti presente sull’apertura che va alla Sala Borremans e vede il ritratto seicentesco del presule collocato nella medesima sala.
Accanto al ritratto di Martinez sono stati posti i ritratti dell’arcivescovo Matteo Basile (1731-1736), committente dell’ambiente adiacente al pittore fiammingo Guglielmo Borremans (1733-34), autore anche di questa pittura, di mons. Giovan Battista Naselli dei duchi di Gela, Arcivescovo di Palermo (1853-1870), il cui stemma compare in una pianeta presente qui in mostra, e del cardinale Gaetano Trigona e Parisi, Arcivescovo (1833-1837), cui si dovette il completamente del gruppo di campanili neogotici (1833-1835), posti sopra il torrione e dovuti all’architetto Emmanuele Palazzotto (1798-1872).
La parete di fondo mostra una grande vetrina con manufatti di arte decorativa della Sicilia occidentale in epoca barocca, tra coralli, alabastro, argento, seta e ceroplastica.
In attesa di collocazione, il prezioso ostensorio in corallo a retroincastro della metà del XVII secolo si trova in mostra presso il monastero di S. Caterina per la mostra “Sacra et preziosa”, fino a maggio 2019.
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