La vera antimafia? Per il presidente della Regione Nello Musumeci si fa rivedendo l’ormai obsoleta norma sullo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose, con l’utilizzo dei beni confiscati, con il sostegno alle vittime di estorsione che hanno avuto il coraggio di denunciare. “La lotta alla mafia non può apparire solo una operazione di polizia – per il governatore -: deve creare consenso sociale, deve coinvolgere emotivamente l’uomo della strada. Ogni cittadino deve sentirsi un piccolo soldato in questa trincea”. Risponde così Musumeci  al fitto vespaio di polemiche sorte oggi in occasione delle celebrazioni della strage di Capaci, avvenimenti che hanno spaccato l’opinione pubblica e non solo. Musumeci ha disertato la manifestazione consueta dell’aula bunker, stessa decisione è stata presa dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando e  dal presidente della Commissione antimafia Claudio Fava. La presenza del ministro leghista Matteo Salvino non è andata proprio giù. E nemmeno Palermo l’ha presa bene, tanto che sui balconi che si affacciano sulle vie del corteo sono stati appesi decine si striscioni anti Salvini.

“La giornata di oggi non può essere solo un esercizio della memoria – dice Musumeci -, ma occorre che rappresenti anche un forte richiamo al dovere etico di ciascuno di noi. Un dovere che, soprattutto per i giovani, deve diventare uno stile di vita da apprendere e coltivare. Ecco allora che, oltre al ruolo imprescindibile della famiglia, diventa fondamentale la formazione scolastica, fin dalle prime classi. Straordinaria, a tal proposito, la sintesi di Gesualdo Bufalino secondo cui “la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari”.

Il governatore lancia un monito al governo nazionale, impegnato questa mattina nella “passerella” delle celebrazioni. “Non può esserci, – continua il governatore – un’efficace lotta alla criminalità organizzata che non veda lo Stato in prima fila. Al governo nazionale tocca, infatti, il compito di mettere in campo strategie di contrasto e risorse adeguate per fronteggiare un fenomeno che, ormai da decenni, ha oltrepassato i confini geografici della nostra Isola: le organizzazioni criminali, d’altronde, cercano affari, e quindi attecchiscono lì dove c’è ricchezza, pur mantendo forti le radici nella terra in cui sono nate”.

“Stimoliamo – prosegue ancora Musumeci – una riflessione: può essere considerata efficace l’azione dello Stato se nell’ultima manovra finanziaria le risorse destinate alla Giustizia rappresentano poco più dell’uno per cento dell’intero bilancio? E che dire del taglio di quattro miliardi di euro previsto per il mondo della Scuola nei prossimi tre anni? Sono numeri, a mio parere, che rischiano di suonare come una resa”.

Per il presiedente della Regione “ogni cittadino deve sentirsi un piccolo soldato in questa trincea. Solo così possiamo evitare che la ricorrenza del 23 maggio – ma anche quella del 19 luglio, come di ogni altra celebrazione dedicata alla memoria – appaia uno sterile via vai condito da tante parole, ma da pochi fatti”.

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