Si chiama “Attiva Sicilia’ il nuovo gruppo parlamentare costituito da cinque deputati regionali che hanno lasciato il Movimento 5stelle. Capogruppo è Matteo Mangiacavllo. Simbolo e manifesto del progetto civico “Attiva Sicilia” sono stati presentati in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni dai parlamentari Angela Foti, che è vice presidente dell’Assemblea siciliana, Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri, Elena Pagana e Sergio Tancredi.

Lo strappo era ormai chiaro da settimane, anche prima del voto alla legge di stabilità. Infatti che qualcosa dentro il movimento 5 stelle all’Ars stesse succedendo era chiaro anche molto prima. Gli effetti erano poi divenuti pubblici proprio durante il voto della Finanziaria quando si è assistito a voti favorevoli contro il parere del movimento e astensioni non concordate che facevano seguito il chiaro dissenso di un deputato della prima ora e al secondo mandato, espulso per il suo dissenso: Sergio Tancredi

Tutte avvisaglie che sono andate oltre i si dice per poi esplodere in maniera ancor più chiara in una guerra aperta. A sancirla sono stati quattro dei venti deputati M5S a Palazzo dei Normanni con un post pubblicato sulle proprie pagine Facebook dal titolo eloquente “Verso quale movimento?”: si tratta di Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri, Elena Pagana e Angela Foti, quest’ultima vicepresidente dell’Ars.

“Colpevoli di essere liberi di pensare. Paghiamo il prezzo di volere usare la testa” dicono i cinque fuoriusciti.

“Tramite questo gruppo M5s all’ARS non è possibile portare risultati ai cittadini. Tanto che di questo programma, nulla è stato realizzato, nulla. Neanche quando la maggioranza faceva sue le nostre posizioni.
Oggi formalmente lasciamo il gruppo parlamentare del Movimento Cinquestelle alla Regione Siciliana, lo facciamo con un atto pubblico e mettendo in carreggiata un nostro percorso che affonda le radici proprio nella tradizione di cittadinanza attiva che ha caratterizzato la nascita del Movimento. Una scelta obbligata perché ogni volta che abbiamo evidenziato la necessità di cambiare rotta ci è stata indicata la direzione della porta. E senza tante discussioni”.

Manca dunque la reale democrazia dentro il gruppo secondo i dissidenti “Il Movimento Cinquestelle, nel corso di questi anni ha poco per volta perso il ruolo che aveva assunto all’interno del Parlamento siciliano già nel corso della scorsa legislatura. Una questione di metodo politico, segnata dalla valutazione delle proposte. Ciò ha determinato la nostra centralità, senza appiattimenti sulla linea del governo Crocetta o sull’opposizione del Centro Destra.
Un metodo che ci ha consentito di essere determinati in tante circostanze nonostante i numeri di allora – 14 deputati sui 90 complessivi – fossero ben al di sotto degli attuali 20 su 70. La dimostrazione che l’azione politica, quando non sussistono i presupposti per governare, va misurata sui fatti, al di là dei numeri e degli schieramenti, avendo chiari quali sono gli interessi dei siciliani”.

Adesso, dunque, tutti insieme fondano il movimento civico e il gruppo all’Ars che gli ex colleghi 5 stelle definiscono stampella di Musumeci, etichetta che loro, però, proprio non si sentono di cucirsi addosso.

“Il gruppo Cinquestelle all’ARS ha voluto calare in Sicilia gli schieramenti romani perdendo di vista la sua funzione originaria: portare risultati ai cittadini oltre gli schieramenti – sostengono – nel solo interesse dei cittadini. Questo atteggiamento da politicanti – invece che da portavoce dei cittadini – ha allontanato militanti ed elettori e i risultati elettorali ne sono una prova. Noi vogliamo essere fedeli ai principi del Movimento. Noi continueremo a restituire, noi non entreremo in maggioranza, noi faremo politica portando risultati ai cittadini. Non ci interessa se le idee sono di destra o sono di sinistra, se sono cattive per i cittadini noi le bocciamo, se sono buone per i cittadini noi le approviamo”.