l'iniziativa di un gruppo di parlamentari

Nasce un Comitato per chiedere la scarcerazione di Marcello dell’Utri, lettera a Mattarella e al ministro Orlando

Una lettera al capo dello Stato Sergio Mattarella per una richiesta di incontro, la calendarizzazione della discussione sulla vicenda dell’Utri appena saranno eletti i nuovi presidenti delle Camere, una missiva al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma, infine la creazione del Comitato nazionale per la libertà di Marcello Dell’Utri.

Sono alcune iniziative promosse e presentate oggi alla Camera dai parlamentari Amedeo Laboccetta, Elio Massimo Palmizio, Franco Cardiello, Vincenzo Gibiino e Giancarlo Pittelli dopo il rigetto dell’istanza di revisione del processo da parte della Corte d’Appello di Caltanissetta e del permanere in carcere dell’ex parlamentare di Forza Italia Marcello
Dell’Utri, che è ammalato di tumore e di patologie cardiocircolatorie.

Dell’Utri è costretto a vivere 24 ore su 24 nella stessa stanza di ospedale con due persone che lo guardano costantemente, conversano e usano in continuazione i cellulari anche nelle ore notturne”, scrive Laboccetta al ministro Orlando, facendo notare come al detenuto manchi qualsiasi privacy e come “la condizione di recluso ospedaliero” sia “peggiore di quella di recluso ordinario”.

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Per Laboccetta, “la condizione psicologica di Dell’Utri “che, forse non a torto potrebbe ritenere di essere sottoposto ad una crudele tortura, è allo stremo”. Dell’Utri in questi anni si è iscritto alla facoltà di storia di Bologna, è stato raccontato oggi dai parlamentari, ha già sostenuto 4 esami con la media del trenta e lode e ogni settimana si fa portare libri da leggere.

In una lettera inviata a Laboccetta, la consorte di Dell’Utri, Miranda Ratti sottolinea che “seguire con i miei figli la vicenda di Marcello mi ha portato a confrontarmi con il sistema detentivo che talune volte risulta assurdo nei suoi meccanismi, inumano nelle pratiche, incomprensibile nelle consuetudini. La parola ‘tortura’ è forte, eppure rischia di essere una realtà quotidiana nelle carceri del nostro paese. Ciò che mi annichilisce è la mancanza di umanità, si ammantano di giustizia situazioni disumane e persino illegali. Purtroppo il mio urlo è come quello di Munch”. Laboccetta, infine, ha detto che “abbiamo cercato di sollecitare una presa di posizione forte” da parte di Forza Italia “ma c’è sordità su questo tema. I nostri interlocutori avranno grandi interessi per tacere”.

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