Dopo la sconfitta elettorale della coalizione di centrosinistra, con Franco Miceli che non è riuscito a superare il 30% delle preferenze, è tempo di bilanci interni nel Partito Democratico ma anche di attriti e botta e risposta. Da Carmelo Miceli, deputato nazionale dem e primo degli eletti nel Pd al Consiglio comunale, è partita la richiesta di “resa dei conti” tra i democratici palermitani alla luce della sconfitta elettorale. Intanto la segreteria provinciale del Pd è stata convocata per stasera per la valutazione del risultato elettorale.
“Mi aspetto che qualcuno si assuma la responsabilità politica come si fa dalle nostre parti – aveva detto a BlogSicilia Miceli – mi aspetto che qualcuno prenda atto di aver voluto imporre una candidatura su un impianto volutamente ristretto senza aprire, da un lato alla partecipazione di massa con le primarie, e dall’altro senza aprire a contaminazioni”. Il riferimento è a Ferrandelli che ha incassato un 14% alle comunali. Secondo Miceli si poteva non lasciarlo solo. “Mi chiedo perché non si è voluto creare una piattaforma politica diversa”, ha detto il deputato eletto a Sala delle Lapidi chiedendo un cambio di dirigenza politica nel Pd. “C’è una sconfitta di chi ha tracciato una linea politica a casa mia e di questo bisogna discutere e prendere atto immediatamente. Mi aspetto anche che qualcuno, il segretario provinciale in testa, sia conseguente”.
Le parole di Miceli non sono passate inosservate tra i dem. Ora Adriana Palmeri, segretaria del circolo PD Libertà-Ottava Circoscrizione replica al deputato ricordando che a Palermo il PD “è il primo partito con un risultato che non ha precedenti nella storia della città. Nelle elezioni comunali di 5 anni fa, segretario provinciale Carmelo Miceli, il Partito Democratico non soltanto non presentò il suo simbolo ma la lista dove erano presenti i candidati del PD ottenne un risultato pessimo e per certi aspetti umiliante”.
La segretaria torna anche sulla candidatura di Miceli attorno alla quale “i progressisti di Palermo hanno condotto una battaglia elettorale unitaria e a testa alta che produrrà sicuramente ulteriori frutti nel lavoro del Consiglio comunale che si andrà a insediare. Talmente forte è stato l’impulso di Franco Miceli che in consiglio comunale negli scranni dei progressisti siederanno 3 consiglieri di nome Miceli che certamente per essere eletti hanno beneficiato, tra l’altro, della omonimia col candidato sindaco”.
Secondo la Palmeri, inoltre, la coalizione costruita a Palermo tra PD, Movimento 5stelle, Sinistra e movimenti civici e che è stata condivisa dai livelli regionali e nazionali dei rispettivi partiti “è stato l’approdo naturale di una condivisione programmatica e di una affinità politica tant’è che nel preparare le primarie regionali si sta utilizzando esattamente lo stesso schema politico con le stesse forze politiche”. E ricorda a Miceli che “alcuni mesi fa in una sua memorabile intervista aveva invece proposto di utilizzare per Palermo il modello Draghi (ossia aprire alla Lega di Salvini) e si era addirittura spinto a ipotizzare un accordo con la nuova DC di Totò Cuffaro”.
“La comunità del PD di Palermo dopo anni ha raggiunto un risultato importante e una oggettiva centralità nello schieramento progressista e nel dibattito politico seguendo in questo, finalmente, un positivo trend nazionale. Sarebbe utile concentrarsi sulle strade da perseguire per rafforzare e radicare ulteriormente il progetto del PD e contrastare una destra che malgrado evidenti e laceranti divisioni interne ha rattoppato la coalizione in vista delle amministrative”.