Franco Miceli, candidato sindaco del Pd sconfitto da Lagalla alle elezioni amministrative del 12 giugno, nonostante alcune dichiarazioni che avevano lasciato intendere il contrario, ha deciso di rimanere in consiglio comunale a guidare l’opposizione. Interviene a tal proposito, con una lunga nota, Attilio Licciardi, coordinatore della Segreteria provinciale del PD di Palermo e componente dell’Assemblea Nazionale del PD.
“Ottima la scelta di Franco Miceli”
Licciardi inizia con alcune considerazioni. “Ottima la scelta di Franco Miceli di rimanere in consiglio comunale. Il campo progressista custodisca e faccia crescere la Palermo che non si è arresa alla vittoria annunciata della destra. Il post-Orlando è la più grande sfida per la città. Il sindaco Lagalla non riesce a fare la giunta e rimanda di settimana in settimana le scelte. Le imminenti primarie per scegliere il candidato a presidente della Regione devono far vivere tra i progressisti lo stesso spirito unitario che ha accompagnato la campagna elettorale per Franco Miceli sindaco. La discriminante antimafiosa resta sempre e comunque il faro per la Sicilia che guarda al futuro”.
“Giunta comunale congelata e burocrazia in panne”
Licciardi passa poi a esporre la sua visione della situazione attuale al Comune di Palermo. “Dopo il voto del 12 giugno la Giunta comunale è congelata, la burocrazia è ferma e il Comune è già in panne: la finta unità del centrodestra e i condizionamenti sul Sindaco, ampiamente emersi durante la campagna elettorale, fanno male alla città e sarebbe ora di darsi una mossa per affiancare al Sindaco Giunta e Consiglio comunale che al momento non sono neppure insediati”.
Le imminenti primarie
“Anche in vista delle imminenti primarie per individuare il candidato a Presidente della Regione, i progressisti custodiscano e facciano crescere quel patrimonio costituito dal 30% dei palermitani che hanno votato per una città inclusiva e dei diritti, che hanno chiesto di accelerare la transizione ecologica, che esigono intransigenza contro la mafia, che vogliono una rigenerazione urbana, che esigono qualità della vita e servizi degni di una grande città europea, che intendono promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte strategiche della città anche attraverso una battaglia per il decentramento amministrativo”.
L’analisi del voto a Palermo, i cittadini lontani dalle istituzioni
“Le nude cifre ci dicono che la crisi della partecipazione democratica e consapevole dei cittadini è un problema non rinviabile: Palermo è una città che ha 650.000 residenti e 550.000 elettori sopra i 18 anni. Il Sindaco Lagalla è stato votato da poco meno di 100.000 palermitani e il candidato progressista Franco Miceli ha raccolto 61.000 voti: in poche parole i due più importanti schieramenti politici della città altro non sono che due grosse minoranze che, nella loro azione politica, non devono mai dimenticare che una grande maggioranza della città (quasi 400.000 persone) non li sostiene e non li ha votati. Tocca al Consiglio comunale e alle forze politiche avanzare proposte concrete e fattibili che facciano riavvicinare i cittadini alle istituzioni”.
Si è chiusa l’era dell’orlandismo
“Nella scelta del candidato Sindaco le forze progressiste della città si sono trovate di fronte a scelte difficili e impegnative, soprattutto per il fatto che con queste elezioni si è chiusa un’era: l’orlandismo, che ha rappresentato per tanti anni una originale forma di cultura politica progressista e una pratica amministrativa nuova e diversa, è giunto al capolinea essendo il suo ispiratore non più candidabile a Sindaco. Andare oltre l’orlandismo (e non sarà semplice) sarà la sfida per la Palermo di domani. E questa sfida riguarderà il centrosinistra che dovrà affrontare in mare aperto e senza alibi i problemi della città e la sua prospettiva, ma riguarda pienamente anche l’Amministrazione subentrante e il sindaco Lagalla. Da questo punto di vista non è affatto sorprendente che alcuni dei primi atti e delle prime dichiarazioni del nuovo Sindaco siano in continuità con l’esperienza di Orlando”.
Per il centrosinistra campagna elettorale tutta in salita
“Non vi è dubbio che la recente campagna elettorale ha risentito molto del clima che negli ultimi anni si respirava in città ossia un giudizio negativo di tanta parte dei cittadini sull’Amministrazione comunale uscente e ciò, da un lato ha costretto il centrosinistra ad una campagna elettorale tutta in salita, e dall’altro avrebbe reso molto difficile il percorso di un candidato Sindaco che fosse stato diretta espressione della Giunta Orlando.
Allo stesso modo tanta parte del mondo progressista non avrebbe compreso la scelta di appoggiare un candidato che si riproponeva per la terza volta e che era stato candidato prima col centrosinistra, poi col centrodestra e in ultimo all’interno di una ipotesi neocentrista.
Anche una scelta puramente identitaria avrebbe avuto l’effetto di restringere il campo e di dare vita ad una battaglia esclusivamente di testimonianza”.
Miceli simbolo di unità e coerenza ma città stanca e disillusa
“La scelta di Franco Miceli, figura dalla limpida collocazione nel centrosinistra e in più arricchita da componenti civiche e delle professioni, ha consentito di costruire un punto di vista, consolidare la coalizione e lanciare un messaggio di unità e di coerenza. Tutto ciò si è scontrato con una città stanca e disillusa, che aveva voglia di ribaltare l’orientamento politico-amministrativo degli ultimi anni, e che voleva e vuole affrontati in maniera vigorosa i tanti problemi e le tante emergenze che la affliggono”.
Palermo da città della mafia a capitale dei diritti
“Adesso per i progressisti palermitani e per l’intera città è cominciato il post- Orlando dopo oltre 30 anni nei quali Leoluca è stato il cuore e il centro di Palermo, facendo vivere alla città momenti di grande esaltazione e di grande proiezione nazionale e internazionale. Non vi è dubbio che questi ultimi 30 anni hanno cambiato la percezione che il mondo ha di Palermo: da città della mafia a capitale dell’antimafia e dei diritti.
Ma questi anni sono stati anche segnati dal permanere di diseguaglianze e contraddizioni ampie e profonde, da problemi che si sono incancreniti e da un logoramento nel rapporto tra Comune e cittadini. Gli ultimi anni, anche per la concomitanza del Covid, alla fine sono stati vissuti e raccontati come una lenta agonia sulla quale la destra, apparentemente unita, ha avuto buon gioco a costruire la sua vittoria alle elezioni”.
Una nuova generazione di amministratori
“Il centrosinistra e i progressisti hanno risposto a questo logoramento promuovendo attorno alla candidatura di Franco Miceli una nuova generazione di Amministratori e hanno scelto la strada di aprirsi piuttosto che quella di rinchiudersi.
Ne sono testimonianza molti fattori e molti protagonisti che possono costituire la base di partenza per un’azione politica duratura e incisiva per tutta la legislatura che si sta aprendo”.
La ‘battaglia’ per le circoscrizioni e il Pd di Palermo
Licciardi fa alcuni esempi concreti. “E voglio iniziare dalla splendida vittoria di Marcello Longo eletto Presidente della Ottava Circoscrizione, una delle più popolose circoscrizioni della città e importante motore economico e culturale di Palermo. Ma hanno un grandissimo valore le battaglie di altri candidati Presidenti di circoscrizione come Massimo Castiglia nella Prima circoscrizione, Salvo Altadonna nella Quinta circoscrizione, Roberto Li Muli nella sesta circoscrizione che pur non ottenendo la vittoria (e in alcuni casi sfiorandola per pochi voti) hanno presentato alla città programmi innovativi e personalità forti e radicate che proseguiranno nelle istituzioni il lavoro già svolto negli ultimi anni.
Il PD di Palermo riparte dal fatto di essere non solo il primo Partito della coalizione progressista ma di essere, per la prima volta nella storia, il Partito più votato a Palermo. Il merito è del Segretario Rosario Filoramo e di tutto il Partito, del gruppo dirigente della Federazione e di tutti i candidati al Comune e alle Circoscrizioni che si sono spesi con coraggio e generosità. Il risultato consiste nell’avere eletto un ottimo gruppo consiliare (Carmelo Miceli, Teresa Piccione, Rosario Arcoleo, Giuseppe Lupo e Fabio Giambrone) alle spalle del quale attendono di essere valorizzate due figure come Fabio Teresi e Milena Gentile che hanno ottenuto un ottimo risultato elettorale”.
La sfida più grande
Licciardi conclude indicando l’obiettivo. “Ma la sfida è più grande e riguarda il profilo che le forze progressiste si daranno dentro e fuori il Consiglio comunale per costruire e rafforzare una reale alternativa programmatica e di valori alla destra e per entrare in sintonia con settori sempre più larghi della società. E’ utile per il PD, ma è interesse anche del Movimento 5stelle, della sinistra e dei movimenti civici proseguire, promuovere e sostenere la sfida unitaria anche in vista delle imminenti elezioni regionali dove, anche con lo strumento delle primarie, occorrerà individuare un candidato Presidente, una squadra e un programma che siano convincenti e attraenti per i Siciliani. Occorre un progetto che sia in grado di parlare a tutti, a cominciare dalla capacità di incrociare le aspettattive di lavoro e di vita delle giovani generazioni”.
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