Un percorso diagnostico, terapeutico sperimentale che mette al centro il paziente e le sue esigenze. E che, nel contempo, ottimizza i risultati e riduce gli sprechi, rendendo più efficace la terapia.

Se ne parlerà sabato prossimo, 19 maggio 2018, al convegno dal titolo: Neoplasia Polmonare Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale come nuovo modello di Efficienza ed Efficacia, in programma all’Ospedale Civico di Palermo e illustrato ieri mattina dal Dr. Giuseppe Di Miceli Capo dipartimento oncologico ARNAS Civico Palermo, dal Dr. Giuseppe Failla, Responsabile UOSD Endoscopia Bronchiale diagnostica e terapeutica, dal Dr. Giovanni Migliore Direttore Generale, del Dr. Livio Blasi, direttore U.O.C. Oncologia Medica e del Dr Antonio Capodicasa, Responsabile U.O.S. Gestione Qualità e Rischio Clinico, tutti in servizio all’ARNAS Civico Palermo.

Struttura all’avanguardia proprio per aver già deliberato e messo in pratica il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale, una vera e propria nuova visione del trattamento del cancro al polmone, tra le più frequenti causa di morte negli uomini e, anche se con minore incidenza, nelle donne, che coinvolge numerosi specialisti e accompagna il paziente dall’accettazione alla scelta del trattamento, chirurgico o terapeutico.

Una sorta di corsia di emergenza, per il paziente, efficace anche nel ridurre il contenzioso, data la condivisione e il continuo confronto tra gli esperti. “Il privilegio di questo ospedale – ha evidenziato il Dr. Migliore – è quello di aver messo all’interno del circuito i migliori professionisti che la Sicilia può assicurare, all’interno di un unico percorso che garantisce un’offerta completa di eccellenza. Attraverso questo strumento – ha aggiunto – riusciamo a prendere in carico il paziente che non avrà la necessità di accessi inappropriati al sistema sanitario regionale”.

Un iter mirato, che ottimizza tempi e costi, non solo economici, e che permette al paziente di interfacciarsi con tutti gli specialisti, e di essere letteralmente accompagnato lungo tutto il percorso che, salvo esami particolari, dura circa tre settimane. Una maggiore cura e protezione, che evita stressanti giri e inutili esami.

“Siamo felici di essere arrivati a questo punto – ha spiegato il dottor Di Miceli, tra i maggiori promotori dell’applicazione del Percorso. Consideriamo il paziente al centro, dall’accoglienza fino alla definizione diagnostica, e non abbiamo necessità di appoggiarci a strutture esterne. Tutti i professionisti sono interni”. Ogni reparto coinvolto dialoga con l’altro e, settimanalmente, si tengono delle riunioni organizzative che hanno ottenuto i crediti ECM – 2 per ogni ora – dato il valore formativo.

Un modo anche per arginare la migrazione sanitaria, interna ed esterna, rispondendo all’esigenza dei pazienti di avere qualcuno con cui interfacciarsi in un momento difficile, in cui sono ancora più necessarie risposte precise. “Prima eravamo dei musicisti, oggi siamo un’orchestra – ha evidenziato il Dr. Blasi. Questa collegialità diventa un’esigenza sanitaria, utile anche per ridurre la spesa. Nel prossimo futuro vedremo e valuteremo i numeri e i vantaggi – ha aggiunto – ma intanto, questo percorso è il primo mattone di un sistema di efficientemento della rete oncologica”.

Un esempio positivo, un’eccellenza del Civico di Palermo che andrebbe replicata, standardizzata, applicata a livello regionale. “Noi – ha concluso il Dr.Migliore – offriamo la possibilità di sperimentare modelli organizzativi che possano essere replicati, e migliorare così il nostro sistema sanitario”. In termini di efficienza e di cura e conforto dei pazienti.