No al taglio delle risorse per le aree di crisi industriale di Termini Imerese e di Gela da parte dei 5 stelle e no alle norme sul centro direzionale della Regione siciliana da parte della Lega e non soltanto.

Sembra già finito il clima idilliaco di collaborazione fra maggioranza e opposizione e all’interno della stessa maggioranza instaurato in nome dell’emergenza ed in preparazione di una finanziaria di crisi, un documento economico ‘di guerra’ come lo ha definito lo steso governatore.

Pronta la bozza, pronte anche le polemiche. E se dai 5 stelle è prevedibile e nell’ordine delle cose da mettere in conto, è l’alzata di scudi della Lega in maggioranza a colpire con un messaggio chiaro: ‘l’appoggio non è scontato’

“Noi pretendiamo che nel testo della finanziaria regionale non vi sia traccia, nemmeno minima, che non riguardi strettamente l’emergenza Covid, a parte le coperture indispensabili per il funzionamento dell’apparato pubblico regionale. Vivisezioneremo il testo, e sia chiaro a priori che proporremo di sopprimere tutto ciò che non sia strettamente attinente ai problemi generati dall’epidemia in corso”.

E’ dura la presa di posizione del neonato gruppo leghista alla sua prima uscita pubblic ain occasione di una norma in discussione nel Parlamento regionale “Non apprezzeremmo – aggiunge Catalfamo – l’uso spasmodico di norme
cornice onnicomprensive, a cui debbano seguire decreti attuativi. E’ alto, a nostro avviso, il rischio che affidare a decreti successivi le attuazioni normative faccia accedere i cittadini agli ammortizzatori sociali con ancora più ritardo di quelli nazionali, come già sta avvenendo per i primi 100 milioni stanziati dalla Regione per le famiglie, impantanati dalla burocrazia”.

“Semmai dovessero sopravvivere decreti attuativi successivi precisiamo da subito che esigeremo che passino dal parere vincolante delle commissioni di merito parlamentare.

E il documento continua “Che nessuno pensi di poter dribblare il Parlamento regionale e le apposite commissioni!
Se malauguratamente dovesse essere confermata questa impostazione dilatoria e generica si sappia già da adesso che non rinunceremo in nessun modo a proporre emendamenti per i settori e le categorie che dovessero risultare scoperti, come ad esempio, stando almeno ai primi confronti con il governo, il Turismo e l’agricoltura”.

“Serve inoltre più coraggio, come per esempio sulla cassa integrazione in deroga per le imprese artigiane o sulle sospensioni dei canoni e imposte, che devono diventare soppressioni e valere per periodi più prolungati”.

“Una manovra regionale così pensata – conclude il deputato alla guida del gruppo leghista all’Ars – peserà miliardi di euro ed è in questa fase che vorremmo dialogare col governo regionale. Non si pensi di rimandare questo dialogo a successive finestre normative, perché ciò avrebbe il sapore della replica dei collegati alla finanziaria 2019, una rappresentazione già manifestatasi fallimentare e che i siciliani e chi li rappresenta non meriterebbero di dover nuovamente sopportare”.

Intanto è stata rinviata di 24 ore la seduta dell’Assemblea siciliana che stamani avrebbe dovuto ascoltare il governo Musumeci sulle misure finanziare per chiudere bilancio e legge di stabilità che devono essere approvate entro il 30 aprile, data di scadenza dell’esercizio provvisorio.

Il governo spera di chiudere proprio oggi il confronto col Mef sulle risorse che la Regione ha chiesto di potere utilizzare per sostenere gli interventi per famiglie e imprese in un contesto drammatico per l’economia della Sicilia a causa dell’emergenza Covid-19. Solo per mettere in sicurezza il bilancio occorrono 650 milioni; la Regione punta ad avere il via libera dallo Stato a trattenere parte o tutto il contributo che deve per il risanamento alla finanza pubblica, un miliardo di euro. L’Ars si riunirà per fare il punto col governo domattina.

Articoli correlati