Battuta d’arresto per il progetto del centro direzionale della Regione da realizzarsi a Palermo, oggi in Commissione Bilancio è stato rinviato l’esame delle disposizioni attuative, ma è già polemica.
“Dev’essere la deputazione regionale al completo ad esprimersi sulla realizzazione del Centro direzionale della Regione. Quello che abbiamo espresso stamattina in commissione Bilancio non è quindi un ‘no’ secco al progetto, ma un rinvio dovuto all’esigenza di approfondire meglio ogni aspetto di questa fase procedurale”.
Lo dicono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Giampiero Trizzino e Luigi Sunseri, dopo la seduta della commissione Bilancio di oggi, che ha rinviato l’esame delle disposizioni attuative del progetto del Centro direzionale della Regione Siciliana che dovrà sorgere a Palermo.
“Abbiamo sempre avuto perplessità sull’opera – proseguono i deputati M5S – e non abbiamo esitato a rappresentarle in commissione Ambiente e poi in commissione Bilancio. Nonostante l’aula abbia deliberato in favore della realizzazione del Centro, con la legge regionale 13/2019, continuiamo a sostenere che affinché si possa agire nell’interesse dei siciliani e soprattutto della città di Palermo è necessario che la deputazione sia nella piena capacità di poter esprimere un giudizio sulle disposizioni attuative del progetto. Avremo così modo di ragionare e ponderare con più attenzione le disposizioni attuative del progetto”.
“Un’opera faraonica – aggiunge il consigliere comunale M5S, Tony Randazzo – che avrà un impatto enorme non può essere discussa di corsa e al di fuori della pianificazione della città e dal Consiglio comunale, che deve poter svolgere in pieno il proprio ruolo di programmazione, soprattutto per un intervento di questo impatto e che si presenta difforme dal Piano regolatore generale”.
“Ancora una volta il Governo regionale tenta l’ennesimo colpo di mano per portare avanti l’idea di un centro direzionale della Regione da realizzare nella zona nord di Palermo. Lo fa con una richiesta di parere all’ARS che ancora una volta di fatto tende a superare le perplessità che in tanti abbiamo espresso in seno al Consiglio comunale di Palermo”.
La denuncia viene da Marianna Caronia, deputata regionale e consigliera comunale della Lega, che sottolinea come “un’opera di importanza così strategica per la città non può essere discussa al chiuso di qualche stanza, non può essere programmata come se fosse un “normale” intervento edilizio.
Questo è ancor di più inaccettabile proprio nel momento a Palermo è in corso il lavoro per la programmazione urbanistica generale. Un’opera che avrà un impatto enorme come questa non può essere discussa al di fuori della pianificazione complessiva della città.”
Per Caronia “non si può considerare “normale” un’opera il cui costo è fra 400 e 500 milioni di euro? un polo che dovrà ospitare ogni giorno
fra 4.500 e 5.000 persone stravolgendo la vita, l’assetto urbano, la viabilità e la vivibilità di un’intera zona di Palermo? Non comprendiamo, non lo comprendevamo prima e ancor di più non lo comprendiamo adesso quanto tutta la Sicilia e Palermo stanno vivendo ben altre emergenze, perché il Governo regionale abbia tanta fretta, così come non capiamo perché ci si ostini, con la complicità della Giunta comunale, a tenere il dibattito lontano dal Consiglio comunale, unico luogo deputato a discutere di un intervento di questo tipo.”
Infine dalla parlamentare della Lega un attacco duro ed esplicito al Governo regionale che “non può costringere a corse contro il tempo, che notoriamente non portano mai a buone decisioni. Sarebbe insieme un atto arrogante e dannoso per la città.”
“La polemica sollevata dalla deputata Caronia sull’iter relativo alla realizzazione del Centro direzionale della Regione è pretestuosa e priva di fondamento. Parlare di ‘colpi di mano’è da irresponsabili, perché come sempre l’operato del governo Musumeci è contraddistinto dal rispetto delle normative in materia e dalla massima trasparenza amministrativa”.
Lo afferma Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, aggiungendo: «L’accusa di “avere tanta fretta” nella realizzazione è ridicola e paradossale, considerando che per decenni il Centro direzionale è stato giustamente da tutti sollecitato e che nel lungo periodo di crisi post-coronavirus questa opera metterà in circolo oltre mezzo miliardo di euro. L’iter, già noto da mesi, seguirà dentro e fuori dall’Ars il corso previsto. Ci sarà il tempo per confrontarsi. Chi vuole rallentarlo o peggio ancora bloccarlo per becera polemica politica, se ne assuma la responsabilità».
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