La Regione si prepara a ‘prendere in ostaggio’ i soldi dei lavoratori regionali, quelli versati annualmente nel fondo per il trattamento di fine rapporto, la così detta liquidazione. per far fronte alle difficoltà di cassa la Sicilia starebbe preparando una norma che blocca questo denaro fino alla pensionel.
Di fatto la norma inserita nella bozza di Legge di stabilità regionale consentirebbe di negare l’anticipo del tfr ovvero il pagamento anticipato di una quota fino al 70% di quanto accantonato dal lavoratore che può essere richiesto per l’acquisto della prima casa per se o per i figli o per gravi motivi di famiglia.
Secondo il sindacato Cobas/Codir, il maggiormente rappresentativo dei regionali, non sarebbe solo una voce ma una ‘fondate indiscrezioni’ in base alle quali sarebbe stato predisposto un ‘ulteriore scippo nei confronti dei lavoratori regionali: nella bozza della Legge di Bilancio 2017, infatti, sarebbe contenuto un articolo che vorrebbe sospendere, in Sicilia – solo per i lavoratori regionali – questa possibilità’
La possibilità di richedere un anticipo del Tfr è sancita dall’articolo 2120 del Codice Civile. “Dopo le indiscrezioni su un tentativo di arrembaggio sul miliardo di euro accantonati dai lavoratori sul Fondo pensioni regionale per avviare fallimentari e loschi investimenti immobiliari – denuncia il sindacato – adesso si vorrebbe sospendere in Sicilia un diritto appropriandosi, indebitamente ma per legge, ‘temporaneamente’ delle somme accantonate dai lavoratori per il TFR e per le stesse anticipazioni previste dalle norme nazionali”.
Sulla facoltà della Regione di legiferare in questo senso i pareri sono discordanti. da un lato la norma sospenderebbe quanto pevisto dal Codice civile creando una difformità fra lavoratori siciliani e del restpo del Paese e fra lavoratori della Regione e dei Clomuni siciliani o poerfino privati. Dall’altro, però, la Regione ha potestà legislativa esclusiva sul proprio personale e ancora una volta questa facoltà sta per essere utilizzata in danno dei lavoratori.
“Se questa maldestra manovra dovesse, quindi, concretizzarsi – dicono dal Cobas/Codir – si tratterebbe di un vero e proprio sfregio ai lavoratori, negando il diritto all’acquisto della prima casa con i propri soldi facendo un ‘favorone’ alle banche che potranno trovare clienti a cui ‘spennare’ più soldi di interessi; ma in molti casi, trattandosi in buona parte di lavoratori con un reddito di circa mille euro al mese verrà in realtà negato il diritto all’acquisto della prima casa favorendo di fatto la lobby del mercato degli affitti”.
La norma finanziaria resterebbe in vigore fino al 31 dicembre 2020, e ciò mentre già dal 2014 i lavoratori che hanno fatto richiesta si vedono negato il diritto all’anticipazione perché il governo regionale non consente neanche l’utilizzo delle somme minime previste dalle leggi.
“Ci chiediamo se l’Ars potrà permettere questo ulteriore oltraggio – concludono dal sindacato – fondato, forse, sulla speranza di raccogliere consenso coltivando l’odio nei confronti dei diritti dei lavoratori. Auspichiamo un sussulto di dignità politica da parte del Presidente della Regione, Rosario Crocetta e, qualora questa norma ‘immondizia’ trovasse, ahinoi, la ratifica della giunta di governo, ci aspettiamo, da parte dell’Assemblea Regionale una reazione che gli consenta di recuperare, seppur in parte, una credibilità smarrita dopo quasi cinque anni di totale inedia e salvaguardia delle poltrone”.
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