“Il 28 febbraio non ho rinnovato la tessera del PD. Non lascio oggi il PD, io e il partito ci siamo lasciati da tempo. Una scelta reciproca e di comune accordo: non siamo fatti l’uno per l’altro. Non si tratta di compiere una scelta politica, ma una scelta di vita: essere sempre e comunque vada un uomo libero”. Così Ninni Terminelli commenta con una lettera aperta la sua decisione di lasciare le fila del Partito Democratico dettata non da un cambiamento personale ma piuttosto del partito che non lasciava “più nessun margine di resistenza politica e umana. Dico questo con assoluta sincerità e sofferenza. Il problema è che non sono cambiato io, ma il partito. Io sono sempre lo stesso, e non perché abbia rifiutato le trasformazioni del tempo, ma perché continuo a credere in un certo modo di fare politica e nella bella politica. Quando sento pronunciare queste parole, sento ancora battere il cuore, come succede in un primo appuntamento”.

Terminelli non le manda a dire e parla di un partito “senza identità, uno spazio politico nel quale si ritrovano culture di sinistra e di destra con uguale dignità, senza più un confine che le delimiti.  La vera scissione del PD non si è consumata in questi giorni, ma va avanti da anni”.

“Non posso più andare avanti nel condividere una militanza in uno spazio politico spesso su posizioni che ho combattuto in tutta la mia storia politica – continua -. No! Non ci riesco e soprattutto non voglio farlo! In politica non ho mai saputo obbedire, ho saputo e so condividere e ringrazio la mia famiglia per avermi insegnato ad essere un uomo libero e a non abbassare mai la testa! Con l’obbedienza sarei arrivato più lontano? Dipende dal significato che attribuiamo a questa espressione. Per me arrivare lontano significa prima di tutto essere coerenti e liberi.
Un passo indietro dal Pd ma non dalla politica che lo vedrà impegnato “con passione” in una delle liste civiche a sostegno della ricandidatura di Leoluca Orlando “la politica è diventata per me una compagna di vita, un bisogno e quindi una dimensione umana – dice . Per queste ragioni io e la politica abbiamo ancora cose da dirci, ideali da portare avanti, battaglie da affrontare, parole antiche e nuove da scambiarci. Adesso è tempo per me di battermi per il futuro di Palermo. Lo farò per proseguire il cambiamento di Palermo scritto dal Sindaco Orlando, aderendo all’originale modello civico proposto per la città e per fermare il ritorno al passato guidato dai trasformisti e il populismo senza competenza. Lo farò quindi, chiedendo motivazioni alle origini del mio impegno politico. Lo farò anche ritrovando la sinistra, grazie al coraggio di Roberto Speranza e di tutti coloro che hanno deciso di ridare voce ad una cultura politica defenestrata e mortificata nel PD. Ci stiamo ritrovando in tanti! E questa è davvero una bella notizia per la sinistra”.