Sono pronti a fare le valigie e lasciare il Pd. E la minaccia, assicurano, non è soltanto un modo per alzare il prezzo, ma diventerà concreta se non ci sarà un cambio di rotta.

La sinistra interna del Pd di Palermo rappresentata dall’associazione ‘sinistra delle idee’ che vanta iscritti nel Pd ma anche all’esterno dello stesso partito, non ci sta alla linea dettata dalla segreteria. Una segreteria della quale fanno parte.

La corrente (che preferisce essere chiamata area) ha infatti un proprio ‘inviato’ nel gruppo dirigente guidato da Carmelo Miceli. si tratta di Carmelo Lo Piccolo che in segreteria è entrato proprio per dare voce a quest’area del partito.

“Il dibattito sviluppatosi intorno alla possibile (e per nulla immaginaria) candidatura di Francesco Cascio, a sindaco di Palermo – dice Ninni Terminelli, uno dei primi ad indignarsi sui social network – con il sostegno del Pd rischia di generare fraintendimenti da chiarire subito”.

Per quello che riguarda me e tutta Sinistra delle Idee, area del Pd palermitano presente in segretaria provinciale – continua – non si tratta solo di una posizione contraria ad un nome simbolo del berlusconismo in Sicilia, ma del rifiuto ad uno schema: la riproposizione dell’innaturale alleanza di ‘emergenza’ presente nel governo nazionale e regionale”.

L’area di Terminelli non è certo maggioritaria e neanche la prima opposizione interna ai renziani ma ha una presenza consistente nel circolo Libertà di Palermo e presenze sparse in tutti i circoli territoriali in città ed in provincia. nelle sue fila si ritrovano molto degli ‘antichi’ diesse che non riescono proprio a riconoscersi altrove. Anche per questo Miceli aveva dato spazio a quella che rappresenta una delle aree in cui è confluita parte della base del Pd

“Il partito per noi – riprende Terminelli – deve avere profonde radici nel centrosinistra italiano e una natura ulivista che semmai, può nelle realtà locali, essere allargato ad altre forze compatibili, in base alla sottoscrizione di un programma politico-elettorale”.

“Rifiutiamo la logica secondo cui Palermo possa essere un ruolo di sottogoverno nazionale o regionale. Deve essere costruita semmai un’alleanza per Palermo che metta al centro di tutto la città, senza colonizzazioni e scambi di candidature e poltrone. Non si tratta quindi di contrarietà a singoli nomi di personalità – aggiunge – ma di una preciso impianto politico che per noi deve costituire la natura del Pd”.

“Esprimiamo una posizione coerente con la natura originaria del partito – conclude – che se disattesa , a Palermo, per schemi di comodo, proiettati all’ormai noto partito della nazione, mi vedrebbe e vedrebbe Sinistra delle Idee fuori dal Pd dalle prossime elezioni comunali del 2017. Una scelta destinata ad essere seguita da tanti dirigenti e militanti che non sarebbero disposti ad accettare la mutazione genetica del partito verso un contenitore pronto a racchiudere tutto e il contrario di tutto, senza alcuna distinzione”.

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