“Non comprendiamo e manifestiamo netta contrarietà per i criteri utilizzati dalla Regione attraverso cui è stato imposto nell’isola il divieto di vendita dei prodotti alimentari d’asporto nei giorni festivi e domenicali”. CNA Alimentare Sicilia prende posizione contro l’ordinanza del Governatore Musumeci che ha messo in campo misure più restrittive finalizzate alla limitazione della diffusione del virus nel nostro territorio.

“Ci sembra immotivata e irrazionale la scelta del presidente – affermano i vertici regionali del comparto – i cui effetti saranno quelli di colpire ulteriormente le attività del settore, già in grande affanno, e quindi di azzerare le residue possibilità di ricavo per gli operatori della ristorazione, i quali continuano, nel rigoroso rispetto dell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, a resistere. Ma c’è un limite a tutto. Fermo restando che la salvaguardia della salute pubblica ha la priorità assoluta – sottolineano il presidente Michelangelo Latino e il coordinatore Tindaro Germanelli – non è però accettabile che il presidente Musumeci adotti in Sicilia, collocata nella zona arancione, una linea così drastica, tenuto conto che neanche nelle zone dichiarate rosse è scattato il semaforo rosso per la vendita in modalità asporto. Confidiamo nel buon senso e nella responsabilità istituzionale del governatore Musumeci e dell’assessore alle Attività Produttive, Mimmo Turano – concludono Latino e Germanelli – affinché il provvedimento emanato venga tempestivamente rettificato”.

“Siamo in una fase di grande attenzione e ho ritenuto di accompagnare le decisioni nazionali e regionali con un’ordinanza che ha l’obiettivo di sostenere i primi segnali positivi, evitando nei giorni domenicali e festivi le occasioni di assembramento che abbiamo visto in tante immagini pubblicate dai mezzi di comunicazione. Chiediamo a tutti uno sforzo nelle prossime importanti giornate” aveva spiegato Musumeci ieri sera dando notizia dell’ordinanza che entrerà in vigore in questo fine settimana e che prevede la chiusura delle attività commerciali ad eccezione di farmacie, parafarmacie, tabaccherie ed edicole e del domicilio per i prodotti alimentari, dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

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