La Fondazione San Raffaele Giglio di Cefalù, dovrà risarcire con oltre 140 mila euro l’ex presidente della stessa struttura Stefano Cirillo licenziato nel gennaio del 2013 per decisione del Consiglio di Amministrazione.

Lo ha stabilito il tribunale di Palermo con la sentenza emessa dal giudice Giulia Maisano secondo la quale ‘non esisteva il principio di giusta causa nell’azione decisa dal Consiglio di Amministrazione.

La sostituzione di Cirillo venne motivata con il venir meno della finalità di ricerca scientifica da parte della Fondazione dovuta al ritiro dalla Fondazione che gestiva l’ospedale della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor per le note vicende giudiziaria della ‘casa madre’.

Cirillo, difeso dagli avvocati Accursio Gallo e Giuseppe Carbonaro, ha contestato l’esistenza di questa ‘giusta causa. Il giudice ha sposato le tesi dell’avvocato Gallo sostenendo che il venir meno di una parte della mission non faceva venir meno la capacità del Presidente e del Consiglio di Amministrazione in carica di proseguire nella gestione dell’ospedale e in tutte le altre mission fino alla scadenza del mandato.

Il giudice ha dunque condannato la Fondazione San Raffaele Giglio a un risarcimento di quasi 150mila euro più le spese processuali.

“Oggi questa sentenza dimostra – commenta Cirillo – come troppo spesso si usi, la sanita, un bene che è di tutti, per fini clientelari. Il mio è un invito a tutti i siciliani che si apprestano a votare a non permettere a nessuno di fare campagne elettorali utilizzando come merce di scambio il bisogno e la salute della gente. Impresentabili non sono soltanto coloro che hanno pendenze con la giustizia ma anche tutti coloro che fanno strame delle risorse pubbliche per fini clientelari, mortificando il merito e le professionalità, uccidendo le speranze delle tante persone che non vogliono barattare i diritti con i favori. Impresentabili sono tutti coloro che hanno svenduto la Sicilia riempiendosi la bocca con la finta legalità è ancora peggio con la falsa antimafia”