Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti paventa “il rischio di una compressione e limitazione del diritto dei cittadini ad essere correttamente e compiutamente informati” a causa dell’entrata in vigore della norma Cartabia.

La norma bavaglio voluta da Cartabia

Si tratta del provvedimento voluto dal ministro della Giustizia, Marta Cartabia che mira a rafforzare il concetto di presunzione d’innocenza ed evitare processi sommari sui media ma in realtà si è trasformato in un vero bavaglio per i cronisti.

Diffusione delle notizie difficoltosa

L’applicazione delle norma è andata oltre il perimetro previsto nel testo, ciò, infatti “rende più difficoltosa la diffusione delle notizie relative a procedimenti penali (omettendo addirittura i nomi delle persone arrestate nei casi di rilevante interesse pubblico), lasciando un potere incontrollato in relazione a quali notizie i cittadini possano sapere o meno” si legge nel documento approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

La richiesta di modifica al legislatore

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti “invita il legislatore a valutare l’opportunità di meglio calibrare gli strumenti attraverso cui garantire in maniera effettiva la presunzione di innocenza e rivedere a tal fine alcune limitazioni introdotte dal decreto legislativo, in modo da assicurare la libertà di stampa sancita dall’articolo 10 della Convenzione europea e il diritto dei cittadini ad ottenere un’informazione completa e corretta anche per quanto riguarda le notizie relative alle indagini penali”.

Magistratura ed informazione

Nel documento, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornali si rivolge alla magistratura affinché garantisca  “un’applicazione uniforme a livello nazionale del decreto legislativo, coerente con le indicazioni della Direttiva europea 2016/343 e in sintonia – si legge nel documento – con quanto stabilito dalle “Linee-guida per l’organizzazione degli uffici giudiziari ai fini di una corretta comunicazione istituzionale”, varate dal Consiglio superiore della magistratura con Delibera Plenaria dell’11 luglio 2018, che stabiliscono un preciso dovere in capo ai magistrati di fornire notizie ai cittadini in merito al funzionamento dell’attività giudiziaria”.