Nove milioni di euro. Tanto vale un maxi bando per l’uso di fondi europei del PO Fesr varato dalla regione siciliana e in scadenza il prossimo 8 marzo. Lo scopo di questo bando è promuovere l’uso che la regione fa dei soldi Europei. Insomma si tratta di soldi europei per raccontare i fondi comunitari. Fin qui niente di strano visto che è sempre andata così. una delle condizioni per l’uso dei soldi europei è proprio la massima trasparenza. I cittadini devono sapere come vengono usati.

EuroinfoSicilia

Uno degli strumenti è certamente il sito euroinfosicilia del quale abbiamo raccontato le difficoltà nei giorni scorsi. Rimasto down per due settimane quel sito è soprattutto uno strumento per aziende e operatori del settore. Proprio a margine di quella vicenda risoltasi in 24 ore dalla pubblicazione dell’articolo di BlogSicilia, si è appreso del nuovo maxi bando che racchiude in se una quantità di servizi che l’amministrazione vuole affidare all’esterno come da prassi.

Il bando

Il recente bando da 9 milioni di euro (Iva inclusa) punta alla realizzazione e attuazione delle azioni di visibilità, trasparenza e comunicazione del PO FESR Sicilia 2021/2027. Pubblicato dal dipartimento regionale alla Programmazione che del Po Fesr è anche Autorità di gestione, però, preoccupa non poco gli addetti ai lavori che negli ultimi giorni, dopo averlo analizzato con attenzione, si sono messi in moto per raccontare le loro perplessità.

Con una base d’asta superiore a 7,5 milioni di euro (oltre 9 milioni Iva inclusa), il bando si propone di comunicare ai cittadini il valore dell’Europa e le azioni previste dal programma operativo al fine di sostenere la crescita e la prosperità della regione. Ecco cosa ha previsto l’amministrazione regionale e cosa rilevano le imprese del settore che stanno lavorando in queste settimane per partecipare al bando.

Aspetti Critici del Bando

Nonostante l’importante finanziamento messo a disposizione dalla Regione Siciliana con il ricorso alle risorse comunitarie, il bando, agli occhi competenti di numerosi operatori della comunicazione che si sono messi a lavoro dopo la sua pubblicazione, sembra presentare  elementi di scarsa chiarezza e opporsi, in taluni passaggi, ai principi di innovazione ed efficienza, replicando errori già commessi in passato dall’amministrazione regionale.

Un piano di comunicazione rimasto a vent’anni fa

Una delle maggiori criticità riguarda l’approccio ai sistemi di comunicazione. Il piano messi, infatti, appare fortemente sbilanciato verso il sistema delle affissioni trascurando non solo tutti i nuovi media e i più moderni sistemi come i media digitali e dunque i giornali on line e la comunicazione di ultima generazione, ma tralasciando quasi del tutto anche il ricorso a radio e televisione, che restano marginali. In pratica il concorrente designato vincitore dovrà mettere a disposizione della stazione appaltante, le affissioni ma non i media digitali, i giornali quotidiani, le radio e nemmeno le tv del digitale terrestre. Una scelta che aveva una ratio nel primo utilizzo dei fondi europei che in Sicilia risale al POR ’94-’99 ma non ha più attinenza con la realtà trent’anni dopo.

Scelta legittima ma anacronistica

Una scelta, per carità, legittima da un punto di vista normativa ma che appare anacronistica agli operatori del settore e che non rispecchia l’attuale modo di informarsi della comunità siciliana.

Il nodo della questione, dunque, non riguarda la liceità o legittimità del bando, che non sono messe in discussione. Riguarda piuttosto il merito culturale e industriale. Nel 2024, in piena epoca di intelligenza artificiale e in un mondo in cui imprenditori, cittadini e nuove generazioni operano in modalità ‘always on’ (sempre connessi su internet o sui social), appare anacronistico privilegiare in via quasi esclusiva e con la massima attenzione soltanto il media principe del secolo scorso, ancora fondamentale per il buon esito di una campagna pubblicitaria ma non sufficiente. Se l’intenzione è quella di raggiungere il massimo numero degli utenti target che in questo caso sono i siciliani nella loro interezza l’affissione non sembra la via migliore.

Le proposte di revisione

Ma quella che arriva non è una semplice critica o una semplice polemica. A fianco della segnalazione c’è anche una proposta lanciata dagli operatori della comunicazione siciliana o almeno da un’ampia fetta di questi ” concorrenti al bando” secondo i quali è opportuno (oltre che auspicabile) un approccio integrato nella previsione del media mix ovvero l’impiego di una comunicazione integrata fra tutti i media disponibili.

I tempi di pubblicazione o affissione

Altro tema, o forse altro aspetto del medesimo tema, è il disallineamento tra media digitali e affissioni: i tempi di pubblicazione della gara per i media digitali dovrebbero essere coincidenti con quelli delle affissioni. Invece non è così.

In passato è già accaduto e lo sfasamento dei tempi tra la gara per i servizi e quella destinata ai media digitali ha prodotto, in alcuni casi, un ritardo nell’uso dei fondi e la conseguente impossibilità a impiegare tutte le risorse disponibili con alcuni giornali online, all’epoca destinatari di budget per la pubblicità, che non sono riusciti a completare gli incarichi di comunicazione perché il programma PO FESR è terminato prima che le azioni di comunicazione previste sul media digitale fossero espletate. Di fatto c’erano le risorse ma non c’era più cosa comunicare essendo terminato il programma. Che fine abbiano fatto i fondi non è noto ma è probabile che siano stati restituiti a Bruxelles

Le risposte alle richieste di chiarimento

Critiche e proposte arrivano alla stampa solo alla fine di un lungo percorso. Le aziende interessate al bando, infatti, hanno chiesto chiarimenti sull’interpretazione di alcuni passaggi del bando anche senza porre l’accento sugli aspetti anacronistici dello stesso bando, ma le risposte fornite sono state giudicate, ancora una volta, poco chiare e insufficienti a dissipare i dubbi.

C’è chi parla di frustrazione per le risposte ottenute, chi di gara che rischia di non essere trasparente, quasi tutte le  agenzie di comunicazione che parteciperanno al bando attratte dal budget si dicono in imbarazzo rispetto alla scarsa chiarezza.

La procedura di gara e l’efficacia delle azioni

La procedura di gara è definita in modo dettagliato nel “Disciplinare di Gara”, che stabilisce le modalità di presentazione delle offerte, i criteri di aggiudicazione e le fasi di espletamento della gara. L’intero processo si svolgerà attraverso una piattaforma di e-procurement, con l’obiettivo di garantire la massima trasparenza e partecipazione. E questo basta, per l’amministrazione, a definire la gara trasparente.

Ma, in sintesi, le criticità sottolineate dagli operatori  riguardano la capacità del bando di attrarre proposte innovative e di garantire un utilizzo efficace dei fondi disponibili.

Di fatto il bando, nella sua legittimità solleva questioni importanti sull’adeguatezza delle procedure di appalto pubblico nell’era digitale. La mancanza di chiarezza è anch’essa probabile frutto di una rinnovata adesione a modelli comunicativi datati a 25 o 30 anni fa e dunque superati dall’enorme sviluppo sociale. Tutto ciò non solo rischia di compromettere l’efficacia delle campagne di comunicazione realizzate secondo le stringenti indicazioni del bando ma anche di precludere l’accesso da parte dell’amministrazione a opportunità innovative e inclusive. Opportunità negata, al tempo stesso, ai cittadini di conoscenza piena delle attività e alle aziende che nel campo dell’innovazione sono portatrici di novità, di essere parte del processo.

La proposta dei comunicatori

Una serie di criticità sollevate dagli esperti delle quali la politica e forse ancor più della politica il livello burocratico di questa regione, dovrebbero tener conto. Non è troppo tardi per rivedere bando e criteri e adeguarli ai moderni strumenti dando un segnale forte di innovazione e di rinnovata efficienza dando vita ad un bando nuovo che abbia un’attenzione particolare alla chiarezza delle disposizioni e all’inclusione di strategie comunicative moderne, in grado di sfruttare appieno le potenzialità offerte dai nuovi media.

La prima reazione politica alle critiche

Una prima reazione politica ai rilievi degli addetti ai lavoro è già arrivata ed è targata  Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars: “Il bando da nove milioni di euro sulla comunicazione Po Fesr 2021/2027 pubblicato dal dipartimento regionale alla Programmazione prevede modalità a complesse e per certi aspetti obsolete. Chiediamo al governo regionale – dice Catanzaro – di fermare il bando e di rimodularlo, prevedendo pari possibilità tra i diversi mezzi di comunicazione oltre alla cartellonistica, ad iniziare da tv, radio, web e canali digitali”.

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