Una nuova stangata economica all’orizzonte per l’Italia. Bruxelles ha sventolato l’ennesimo cartellino giallo sul versante della lotta all’inquinamento dopo quelli esibiti per la gestione dei rifiuti e delle acque reflue. Una vicenda in cui la Regione Siciliana ha avuto, purtroppo, un ruolo di primo piano.
“L’ammonizione della Commissione Europea – dicono i deputati M5S Ignazio Corrao (Parlamento Europeo) e Giampiero Trizzino (ARS) – è stata inviata all’Italia, assieme ad altre nazioni, perché non ha preso alcun provvedimento rispetto alle ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO2), un veleno che nel solo 2013 ha provocato 70 mila morti in Europa”.
Un ambito in cui la Sicilia avrebbe grandi responsabilità. “La Sicilia – spiegano i due parlamentari – non solo non è in grado di dotarsi di un piano della qualità dell’aria legale ed efficace, ma non riesce neanche ad assicurarne il monitoraggio. Secondo i dati pubblicati sul sito dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) la Regione Siciliana non comunica i dati relativi alle zone industriali. Non solo, nel sito dell’European Environment Agency – che per la Commissione europea raccoglie e pubblica tutti i dati sulla qualità dell’aria in Europa – in riferimento alla Regione siciliana, non esistono recenti monitoraggi in grado di fornire i dati relativi al NO2 nell’area urbana di Catania e nelle zone industriali, in cui sono presenti un numero rilevante di complessi industriali di notevoli dimensioni. Si tratta in prevalenza di centrali termoelettriche, raffinerie, impianti petrolchimici e cementifici, attività industriali caratterizzate da elevati consumi di combustibili e notevoli volumi di emissioni in atmosfera”.
“ARPA Sicilia – proseguono i due deputati – il 31 dicembre 2016 ha pubblicato l’inventario delle emissioni in atmosfera della Regione Siciliana relative al 2015. Peccato che i dati riportati siano del 2012, o, come nel caso della zona industriale di Gela, non siano completi. Una vacatio gravissima, in considerazione del fatto che la raffineria da due anni ha gli impianti fermi. Nonostante il governo Crocetta abbia utilizzato e certificato le risorse del PO FESR 2007/2013 riservate alle bonifiche dei siti contaminati (Ob – OP 2.4.4) per interventi sulla qualità dell’aria, la Regione Siciliana – concludono i deputati – nulla ha fatto per la salvaguardia della salute dei siciliani, a partire dal varo di un preciso cronoprogramma di interventi”.
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