Sono 11 le sentenze di condanna emesse dalla Corte di Conti in Sicilia nell’ ambito dell’ inchiesta sullo spreco di denaro pubblico da parte dei gruppi parlamentari. “Ai presidenti dei gruppi dell’ assemblea regionale siciliana è stato chiesto l’ importo complessivo di 1 milione 852mila 327 euro –  si legge nella relazione proprio della Savagnone  – la rifusione di queste somme è dovuta per spese ritenute non inerenti alla funzione esercitata”. Non manca nella relazione un richiamo alla politica che dovrebbe “per riacquisire credibilità prendere le distanze da tali accadimenti, ritrovare sobrietà nei comportamenti, utilizzare le enormi  risorse finanziarie messe a sue disposizione per promuovere crescita e sviluppo”

Ma durante l’inaugurazone dell’anno giudiziario sono emerse anche diverse altre contestazioni al modo di amministrare la cosa pubblica in Sicilia. Critiche forti quelle piovute oggi dalla Corte dei Conti: “L’utilizzo dei soldi pubblici e dei costi della politica ci hanno impegnato non poco in questi ultimi anni – ha detto ha detto Giuseppe Aloisio procuratore regionale della Corte Conti a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario -.  Mi riferisco alle sentenze sui capogruppo dell’Ars per i fondi utilizzati non per scopi istituzionali o anche dei consiglieri comunali di Catania o tutto il filone della Formazione.  Ma in questi anni abbiamo iniziato nuove istruttorie concluse con la citazione dei consiglieri comunali di Canicattì per una percezione indebita dei gettoni di presenza. Il danno è di 360 mila euro.  Quella dei gettoni di presenza ha dato vita a numerose istruttorie. Queste che porteranno a nuove citazioni”.