La bara partita da Fondo Alfano, dove viveva il giovane con la moglie e tre figli, tra mortaretti e canzoni neo melodiche ha raggiunto corso dei Mille dove il corteo ha proseguito verso la stazione centrale in direzione della chiesa Sacra Famiglia in via Mignosi.
Qui è stata celebrata la santa messa. Poi il corteo si è diretto al cimitero. Salvato è stato ucciso lo scorso 21 maggio nel corso di un incontro con lo zio e un altro parente per cercare di riportare la pace dopo il sequestro di un deposito di ferro e materiali pericolosi alla Guadagna.
Per lo zio qualcuno aveva fatto la spia. Poi era stata postata la notizia su Facebook e da qui è nata una guerra tra famiglia finita tragicamente con la morte di Dino Salvato che aveva accompagnato il parente per cercare di fare da paciere. Gli agenti della squadra mobile sono riusciti a risalire allo zio e lo hanno fermato.
Dino Salvato arrivato a bordo di una Smart, era insieme ad un parente testimone importantissimo per ricostruire il delitto.
Prima una discussione. L’ennesima di questi giorni dopo il sequestro di un magazzino di ferro vecchio. Vola anche qualche schiaffo.
Poi spunta la pistola calibro 22 con la matricola abrasa. Uno o due colpi, lo stabilirà l’autopsia, sparati da vicino.
La ferita alla testa tanto vasta che fino a notte fonda ha fatto pensare al medico legale che il giovane fosse stato colpito con un bastone.
Lo zio dopo avere sparato è fuggito. I familiari hanno cercato di inquinare le prove. E’ stata spostata l’auto allontanandola dalla casa di Vela. Non sono riusciti a spostare il corpo perché sono arrivati gli agenti a bordo delle volanti.
“Abbiamo ritrovato l’arma grazie alle indicazioni che ci ha fornito Vela – dice Rodolfo Ruperti Capo della squadra mobile di Palermo – Abbiamo cercato Vela per tutta la notte. Poi si è costituito. Ha capito che era ricercato. Alla fine nel corso dell’interrogatorio ha confessato il delitto”.
Dino Salvato il giovane di 29 anni ucciso in Fondo Picone ieri sera a Palermo. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile.
È stata necessaria una seconda ispezione cadaverica per accertare la morte del giovane. Ancora la scorsa notte il medico legale non aveva stabilito che la morte era stata provocata da un colpo d’arma da fuoco. Non è stato trovato il foro di uscita del proiettile.
Adesso si attenderà la tac e l’autopsia disposta dal pm.
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