Non sembrava un omicidio di quelli destinati a restare irrisolti, quello di Anna Maria Renna, la prostituta di 62 anni, massacrata con 11 coltellate, il 13 dicembre 2014, nella sua casa al pianoterra di via Maggiore Toselli, 87.
Gli inquirenti hanno in mano, infatti, elementi importanti: il dna dell’ assassino, rimasto sotto le unghie della donna, che cercò di difendersi con forza, l’ impronta di una scarpa lasciata nel sangue della vittima, un diario e delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza. Ma, nonostante tutto, i pm Emanuele Ravaglioli e Claudio Camilleri, che hanno coordinato l’ inchiesta, stanno per chiedere l’ archiviazione del fascicolo.
Sono stati infatti compiuti diversi approfondimenti anche sui tabulati telefonici e un cliente della vittima era pure stato indagato, ma il suo dna non è compatibile con quello dell’ assassino. L’ omicidio di An na Maria Renna resta allo stato senza colpevole.
È una storia che somiglia per alcuni versi ad un altro delitto irrisolto, fra i più cruenti avvenuti in questi anni, quello di Antonietta Giarrusso, titolare di una negozio di parrucche in via Dante. La donna, che tutti chiamavano “Ninni”, venne anche lei uccisa a coltellate nella sua attività, il 30 aprile 2012.
Anche in questo caso, fu individuato il dna dell’ assassino, in una traccia di sangue lasciata su una tenda. In entrambi i delitti, poi, le donne aprirono al loro assassino: la porta della casa di Renna e quella del negozio di Giarrusso non avevano segni di effrazione. Anche nel caso di via Dante peraltro si era arrivati all’ archiviazione, di recente però, come anticipato da questo giornale, le indagini sono state riaperte.
Anna Maria Renna si prostituiva sia in casa che per strada. Il suo cadavere venne ritrovato dopo la denuncia dei famigliari alla polizia. Gli investigatori trovarono la porta della casa regolarmente chiusa e il corpo della prostituta colpito con 11 coltellate.
Le indagini si erano concentrate sui clienti della donna, anche attraverso i tabulati telefonici ed era stato individuato l’ uomo di 58 anni, affetto da schizofrenia. La sua famiglia si era messa a disposizione dei pm, attraverso l’ avvocato Giuseppe Seminara, consegnando un diario in cui si parlava di un incontro tra l’ uomo e Renna. Ma il giorno dell’ omicidio l’ indagato non si sarebbe mosso da casa sua. Durante una perquisizione nella sua abitazione venne ritrovata una scarpa compatibile con quella che aveva lasciato l’ impronta nel sangue della vittima, per giunta sporca.
Ma la pista si era rivelata senza riscontro: il dna dell’ uomo risultò incompatibile con quello dell’ assassino e sulla scarpa non furono trovate tracce di sangue. Il sospettato era stato dunque scagionato e ora, senza altri spunti, la Procura sta per chiudere il caso senza un colpevole.
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