I carabinieri del nucleo operativo di Piazza Verdi hanno eseguito un provvedimento di fermo nei confronti del tunisino Kamel Elabed di 61 anni accusato di avere aiutato il nipote Alì El Abed Baguera che sarebbe l’assassino del cameriere algerino Badr “Samir” Boudjemai, ucciso in via Roma a Palermo lo scorso 4 novembre.

Il provvedimento nei confronti dello zio è stato emesso perché sussisterebbe il pericolo di fuga. Secondo le indagini dei militari Kamel Elabed possa avere aiutato il nipote, nascondendo l’arma del delitto e gli indumenti indossati la notte dell’omicidio. I legali Salvino e Giada Caputo attendono di conoscere gli atti giudiziari e la fissazione dell’udienza di convalida del fermo.

Le indagini

I carabinieri del Reparto operativo e della compagnia di Piazza Verdi, coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico, contestano al primo arrestato le accuse di omicidio volontario, premeditato e aggravato dai futili motivi. Samir lavorava al ristorante “Appetì”, il presunto assassino “Al Magnum”. Si sarebbero contesi i clienti.

Venti minuti dopo la mezzanotte Samir è uscito dal locale. L’assassino lo ha seguito e ha sparato tre volte (il colpo di grazia alla nuca) poi è scappato a piedi La scena è stata ripresa dalle telecamere. Altre persone erano state iscritte nel registro degli indagati. Per lo zio del presunto assassino è scattato il fermo.

Il movente

Alla base si sarebbe stato uno screzio, una lite tra i due camerieri, ma qualche tempo fa. Una lite a cui la famiglia del cameriere algerino non avrebbe dato peso. “Badr “Samir” Boudjemai, non raccontava mai nulla a casa. Quello che accedeva al lavoro restava lì – hanno raccontato i familiari – Era un uomo che teneva alla famiglia e molto riservato. Qualunque problema lo affrontava senza coinvolgere i familiari”. Per questo chi gli stava vicino non riusciva a capacitarsi su quanto successo e sull’efferatezza con la quale è stato ucciso il 41enne. La moglie, la madre e la sorella di Samir hanno nominato l’avvocato Enrico Tignini per essere assistiti in questa terribile vicenda che li ha visti coinvolti. Aspettano anche loro di conoscere e sapere cosa è successo la notte tra venerdì e sabato in via Roma.

Il presunto assassino nega

Alì El Abed Baguera, durante l’interrogatorio del pm Vincenzo Amico e dei carabinieri che lo hanno tempestato di domande, ma lui ha sempre negato: “Io con quel delitto non c’entro nulla. Non mi rovino la vita per un cliente in più o in meno”.

 

 

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