Eccesso di mortalità nelle città del Centro-Sud di oltre 500 decessi nella popolazione anziana, over 75 ma anche dai 65 anni (+9% rispetto all’atteso). Incrementi elevati della mortalità sono stati registrati a Reggio Calabria e nelle città della Sicilia dove in concomitanza con le condizioni di rischio climatico si sono registrati incrementi dell’inquinamento atmosferico associato agli incendi che hanno interessato diverse aree.

Questi alcuni dei dati contenuti nel terzo rapporto sul Piano operativo nazionale per la prevenzione degli Effetti delle ondate di calore pubblicato sul sito del ministero della Salute dal primo luglio al 4 agosto.

A Catania il 35% degli aumenti

A Messina si è registrato un incremento del 20%, a Palermo (+30%) mentre a Catania, col +35%, è la città isolana con l’aumento più significativo.

Mortalità inferiore all’atteso invece con -13%, nelle città del nord nel loro complesso.

Possibile sinergia tra temperature alte ed inquinamento

Nel rapporto si sottolinea un possibile effetto sinergico delle elevate temperature e dell’inquinamento sull’incremento della mortalità totale, cardiovascolare e respiratoria nelle fasce più vulnerabili della popolazione mentre l’impatto contenuto dell’ondata di calore in diverse città evidenzia che il potenziamento dell’assistenza sanitaria, gli interventi di adattamento previsti dal Piano Nazionale e messi in atto a livello locale, oltre ai comportamenti individuali per ridurre i rischi, “sono in grado di proteggere la popolazione riducendo i rischi per la salute”.

Altre città del sud, +61% a Reggio Calabria

In particolare si evidenziano incrementi di mortalità statisticamente significativi a Campobasso (+53%), Napoli (+10%), Bari (+42%), Reggio Calabria (+61%), Messina (+20%), Palermo (+30%) e Catania (+35%).

Tra le città del Nord solo a Bolzano, Brescia, e Verona possibili picchi di mortalità in concomitanza dei giorni di incremento delle temperature. Al Centro-Sud, in quasi tutte città (Firenze, Perugia, Viterbo, Rieti, Civitavecchia, Roma, Latina, Ancona, Pescara, Campobasso, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Messina, Palermo e Catania) si osservano diversi giorni di incremento della mortalità associati ai giorni di ondata di calore.

Anche in alcune delle città in cui è attiva solo la sorveglianza della mortalità giornaliera, sono da segnalare incrementi di mortalità a Piacenza, Reggio Emilia, Ravenna, Terni, Salerno, Foggia, Taranto, Catanzaro e Siracusa e Sassari. Tra le città in cui è attiva la sorveglianza degli accessi in Pronto Soccorso si confermano incrementi nel numero di accessi giornalieri nella popolazione over 65 in concomitanza con i giorni di incremento delle temperature a Venezia, Genova, Bologna, Ancona e Roma.

Al Nord condizioni di rischio sono durate meno

In merito ai giorni interessati dall’ondata di calore dall’8 al 25 luglio, nel rapporto si evidenzia che al Nord le condizioni di rischio hanno avuto una durata inferiore (9-11 luglio e 15-20 luglio), mentre al Centro-Sud le condizioni di rischio si sono protratte dall’8 luglio fino al 24-25 luglio, con una durata dell’ondata di 18 giorni a Roma e Rieti e di 14-15 giorni nelle altre città.

L’ondata di calore è stata associata a picchi di temperatura apparente massima (o temperatura massima percepita) superiori ai 40°C. In alcune città del Nord (Brescia, Verona, Venezia, Trieste) e del centro-Sud (Civitavecchia, Roma, Messina, Palermo) le temperature eccezionali sono state associate ad una elevata umidità (Dew Point di oltre 20°C).

Il Sistema di Sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg), strumento di importanza strategica per la sorveglianza e il monitoraggio degli impatti sulla salute associati agli eventi estremi, attivato in collaborazione con gli Uffici Stato Civile di 51 città italiane, consente di stimare gli eccessi di mortalità con un ritardo di circa 1 settimana (dati aggiornati al 4 agosto 2023), si evidenzia.

Infine nell’ambito del Piano Operativo Nazionale di Prevenzione degli Effetti del Caldo del Ccm-ministero della Salute sono attivi piani di risposta all’emergenza caldo ed interventi rivolti ai soggetti a rischio nelle principali aree urbane e capoluoghi di regione.

“Nella maggior parte delle città gli anziani a rischio per condizioni di salute o isolamento sociale – viene ricordato nel rapporto – sono inclusi in un programma di sorveglianza attiva in cui il medico di base o un caregiver effettua accessi domiciliari nei giorni di ondata di calore o attiva programmi di videosorveglianza per monitorare le condizioni di salute, modulare le terapie, programmare visite specialistiche o accessi in ospedale in caso di peggioramento dello stato di salute. Sul portale ministeriale nelle pagine sull’emergenza caldo (www.salute.gov.it/caldo), sono pubblicati i numeri verdi attivi a livello locale per l’emergenza caldo, opuscoli per la popolazione, per i sottogruppi a rischio e per gli operatori socio-sanitari”.