Vasta operazione antimafia a Palermo e provincia condotta dalla Polizia di Stato volta a disarticolare i vertici della famiglia mafiosa di Carini.

I poliziotti della Squadra Mobile palermitana, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo, hanno arrestato nove persone accusati, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini spaccio.

Le indagini hanno, inoltre, permesso di evidenziare come gli uomini della famiglia di Carini controllassero in modo capillare il territorio di riferimento, con la sistematica sottoposizione ad estorsione degli operatori economici della zona che, prima di intraprendere qualsiasi attività, dovevano, inoltre, ottenere una sorta di autorizzazione preventiva da parte della famiglia.

Lo scorso anno la squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti bloccò un maxi carico di hashish proprio in quel territorio, nella zona industriale del comune.

Su un autoarticolato guidato da un napoletano furono sequestrati dieci chili di cocaina. A fare da staffetta al camion, i titolari di una calcestruzzi, che nascondevano nella loro villa un carico ancora più grande, 1.470 chili di hashish, sistemati in 49 confezioni da 30 chili ciascuno.

Il più grande sequestro di hashish dagli anni Ottanta, la droga avrebbe fruttato otto milioni di euro. E un altro milione e mezzo sarebbe arrivato dalla cocaina. Un affare gestito dalle cosche.

In carcere sono finiti i vecchi e nuovi capi grazie alle microspie e le dichiarazioni dei collaboratori. Secondo le indagini il capo si chiama Antonino Di Maggio 64 anni. Con lui Vincenzo Passafiume, 69 anni, Salvatore Amato, 58 anni, Fabio Daricca, 41 anni, Alessandro Bono, 40 anni, Antonino Vaccarella, 36 anni, Salvatore Lo Bianco, 24 anni, Giuseppe Darrica, 29 anni, Giuseppe Patti, 37 anni. A Di Maggio, Bono e Fabio Daricca l’ordinanza è stata notificata in carcere.

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