Anche un agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Voghera “a disposizione” del boss di San Mauro Castelverde, Domenico Farinella, ma residente nella cittadina lombarda.

E’ quanto emerge dalle indagini dei carabinieri di Palermo – coordinati da procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Gaspare Spedale e Bruno Brucoli della Dda del capoluogo siciliano – che stanotte hanno eseguito il fermo di 11 persone, accusate, a vario titolo, oltre che di associazione mafiosa ed estorsione, anche di trasferimento fraudolento di beni, corruzione, violenza privata, furto aggravato e danneggiamento.

L’ispettore sarebbe indagato per corruzione aggravata perché  “avrebbe accettato la promessa – è la contestazione del reato consumato il 7 marzo scorso a Voghera – della dazione di un orologio da parte di Domenico Farinella, quale ricompensa per avere posto in essere un atto contrario ai doveri ufficio, consistito nel trasmettere, su richiesta del Farinella, alcune richieste/informazioni ad un detenuto, e, successivamente, nel riportare al Farinella la risposta del detenuto”. Secondo quanto ricostruito dai militari del Nucleo investigativo dell’Arma di Palermo, Farinella – scarcerato di recente e rimasto a Voghera – si è rivolto all’assistente di polizia penitenziaria contattandolo una prima vola tramite whatsapp.

E poi, siamo ai primi di marzo di quest’anno, i due si incontrano. “L’agente di polizia penitenziaria – scrivono i pm – si  era  posto da intermediario  nell’intermediazione tra Farinella ed un altro soggetto , detenuto (“Enzo” è il nome carpito dai militari, ndr) all’interno del carcere di Voghera , i l tutto da mettere in relazione ad un’abitazione di Palermo, che il 12 marzo sarebbe stata battuta all’asta deve dimorano  Francesca Pullarà (moglie di Domenico Farinella e figlia del boss di Santa Maria di Gesù, Giovan Battista Pullarà) con i figli e la propria madre” .

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