L’inchiesta Mare Monstrum ha visto finire in carcere l’armatore titolare della Liberty Lines Ettore Morace, ai domiciliari Girolamo Fazio, deputato dell’Ars e candidato a sindaco di Trapani e il braccio destro dell’assessore regionale ai Trasporti Giuseppe Montalto.
Ma l’inchiesta è un vero ciclone che coinvolge tanti altri soggetti finiti nell’inchiesta coordinata dalla procura di Palermo con a capo Franco Lo Voi e condotta dai carabinieri del comando provincia di Palermo e Trapani.
I tre arrestati sono accusati di corruzione, turbata libertà degli incanti, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, accesso abusivo ad un sistema informatico, rivelazione del segreto d’ufficio ed installazione di apparecchiature atte ad intercettare conversazioni telefoniche.
Oltre ai tre il il gip ha disposto la sospensione dal pubblico ufficio di Orazio Gisabella maresciallo dei dell’Arma dei Carabinieri, in servizio a Perugia.
Il maresciallo doveva produrre dei dossier contro i Morace per fare scattare un’inchiesta. La figlia del maresciallo sarebbe stata assunta da una società dei Franza.
L’indagine è stata incentrata sulla figura dell’armatore Ettore Morace, proprietario della Liberty Lines – compagnia di navigazione con sede in Trapani e leader nel settore del trasporto passeggeri su imbarcazioni veloci – e prendeva avvio dal riscontro di gravi irregolarità circa l’affidamento, proprio a favore della Liberty Lines, dei servizi di collegamento a mezzo unità veloci per le isole Egadi ed Eolie.
Le indagini hanno accertato si accertava un sovradimensionamento della compensazione finanziaria, ottenuto attraverso l’indebita ingerenza di Salvatrice Severino, già dirigente del servizio 2 trasporto regionale aereo e marittimo dell’assessorato alle infrastrutture e trasporti, nonché del deputato regionale trapanese Girolamo Fazio. La figlia della Severino lavora in una società di Morace.
Nel corso delle investigazioni veniva, tra l’altro, verificato che: esisteva una reale cointeressenza economica tra l’armatore Morace e l’onorevole Fazio, tale da poter ipotizzare il reato di abuso d’ufficio nella condotta di quest’ultimo.
Si è, altresì, registrato un notevole attivismo del Morace nel tessere una vasta e diversificata rete di supporto politico-istituzionale, a livello regionale e nazionale, finalizzata al rafforzamento della posizione di quasi monopolio della Liberty Lines e all’aggiudicazione di fondi regionali “gonfiati”.
Morace come hanno accertato gli investigatori gode del forte appoggio del Sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti, Senatrice Simona Vicari (il cui fratello è anche dipendente della Liberty Lines).
Attraverso l’interessamento della stessa, Morace riusciva ad ottenere nel periodo monitorato:
· la presentazione e l’approvazione di un emendamento alla legge di stabilità dello Stato con il quale veniva ridotta l’imposta d’IVA dal 10% al 5% per i trasporti su navi veloci, causando un ammanco alle casse dello Stato di 7 milioni di euro e, conseguenziale, notevole arricchimento della società Liberty Lines.
Ancora le indagini hanno consentito di accertare che le pressioni hanno portato al ritiro della proposta di nomina di un consulente non gradico a Morace all’Assessorato Regionale ai Trasporti.
Il capo della segreteria dell’assessore ai Trasporti della Regione, Giuseppe Montalto, sfruttando il suo ruolo, otteneva da Morace: l’assunzione di un amico giornalista, presso l’ufficio stampa di Liberty Lines;
· la più che favorevole liquidazione del trattamento di fine rapporto con “Siremar s.p.a.” dell’amica Marianna Caronia.
Morace si attivava anche per ottenere un intervento presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa (Cga) per la regione Siciliana al fine di ottenere il ribaltamento della sentenza del Tar Sicilia del 21 febbraio 2017, dispositivo con il quale era stato rigettato il ricorso presentato dalla Liberty Lines avverso l’annullamento in autotutela della gara d’appalto per i trasporti su navi veloci per il 2016.
Tale annullamento era stato operato dalla Regione Siciliana, a causa delle riscontrate sovracompensazioni. Di fatto, con la decisione del Tar, la compagnia di navigazione aveva perso 24 milioni di euro;
Ettore Morace insieme al fratello Gianluca, imbastiva un’attività di intercettazione abusiva nei confronti di un dipendente, sospettato di essere in accordo con la concorrenza.
L’attività veniva attuata con l’ausilio di un’agenzia di investigazioni private del capoluogo campano e attraverso l’installazione di uno spyware sul telefono cellulare del dipendente.
Attraverso tale attività illecita, gli armatori Morace riuscivano ad incamerare importanti informazioni che confermavano i loro sospetti.
“Abbiamo scoperto un connubio sistemico finalizzato alla corruzione tra imprenditoria e politica”. Così il procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia ha commentato l’inchiesta che ha portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace, il candidato sindaco di Trapani Girolamo Fazio e un funzionario regionale.
“L’inchiesta – ha sottolineato – parte da un atto coraggioso di un funzionario regionale, subentrato a quello che aveva curato l’emissione dei bandi che avevano favorito Morace, che si è aperto a una totale collaborazione con gli inquirenti”.
In 10 mesi l’inchiesta si è conclusa. Alcuni tronconi saranno inviati ad altre procure. L’inchiesta riguarda i territori di Palermo, Trapani, Napoli, Livorno e Messina. Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha sottolineato la rapidità con cui anche l’ufficio dei gip si è mosso e la novità di due comandi provinciali dell’Arma, Palermo e Trapani, che hanno lavorato insieme.
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