Orlando tra i sindaci più amati d’Italia, anzi no. Se per un sondaggio dell’università di Roma il sindaco di Palermo era al top della classifica che indicava il gradimento dei primi cittadini italiani, per il Sole24Ore, invece si piazza all’ultimo posto. Per questo lo stesso Orlando non è saltato dalla sedia dopo la pubblicazione dei dati del sondaggio. “I sondaggi sono un invito a riflettere. Per fortuna a ogni rilevazione ne segue un’altra”, dice in una intervista al Giornale di Sicilia.
Il crollo di Orlando è sottolineato dai dati statistici in modo impietoso. Rispetto all’anno della sua rielezione dunque ad appena tre anni fa, è passato da un gradimento del 46,3% ad uno del 38,1%, perdendo ben 8,2 punti percentuali. Se nel corso dell’emergenza Coronavirus il sindaco ha conquistato il massimo della popolarità, la crisi post Covid di certo non lo ha aiutato ed è crollato impietosamente tra gli ultimi sindaci preferiti. “In rapporto a questa seconda situazione paga il sindaco che polarizza le ansie, paure, le inefficienze e i giudizi negativi delle persone in difficoltà. Non mi stupisce dunque che in 4 settimane passi dal vertice al fondo della classifica di promossi e bocciati”, dice Orlando che non si pente delle scelte fatte durante il lockdown. E’ comunque consapevole che la Palermo del post emergenza sanitaria è una città in ginocchio nonostante qualche piccolo segnale di ripresa.
Intanto ieri Orlando ha incassato le dimissioni dell’assessore Adam Darawsha, con delega alle Culture, agli Spazi museali ed espositivi, alla Toponomastica, alla Partecipazione democratica e alle Consulte. Ha detto addio all’esecutivo. E l’annuncio arriva dal diretto interessato tramite poche righe in un tweet. “Ieri – scrive – ho presentato al Sindaco le mie dimissioni da assessore alle culture del comune di Palermo. Ho cercato di dare il mio contributo a questa mia amata città. Ma oggi è tempo di girare pagina. Ringrazio tutti quelli che mi hanno accompagnato in questo percorso”. La decisione di lasciare da parte dell’assessore segue le polemiche esplose sulla gestione delle attività culturali di Palermo dopo il lockdown. La polemica è rovente e inizia con i costi di affitto delle strutture comunali come il teatro di Verdura il cui prezzo è raddoppiato, ma va ben oltre e investe un po’ tutta la politica culturale di Palermo. Nei giorni scorsi l’assessore di origini palestinesi era stato anche al centro di attacchi e accuse di immobilismo provenienti dal mondo del teatro non solo palermitano. Ma a far decidere l’assessore Darawsha per l’addio sembra siano stati gli scontri avvenuti nel chiuso delle stanze di giunta quando a polemizzare sarebbero stati anche un paio di colleghi assessori della giunta Orlando. Critiche che l’assessore di origine palestinese non ha più tollerato scegliendo la via delle dimissioni.
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