Nuova boccata di ossigeno per le imprese agricole siciliane. E’ in arrivo la seconda tranche dei pagamenti relativi ai Fondi Pac per oltre 15.000 aziende. Le notizie attinte dal M5S alla Camera, che sta seguendo da vicino la questione, danno la vicenda quasi al capolinea.

“Dall’Agea – dice la deputata palermitana Loredana Lupo, componente della commissione Agricoltura della Camera – ci hanno detto che i soldi alle imprese arriveranno entro giugno. Noi vigileremo che i tempi siano rispettati e continueremo ad informare gli agricoltori sugli sviluppi della vicenda”.

Le nuove imprese in via di finanziamento si aggiungeranno alle 87 mila già pagate a partire dallo scorso ottobre e che hanno ricevuto in totale oltre 178 milioni di euro. A presentare la domanda di finanziamento erano state, a partire da marzo 2015, 128.851 aziende. Di queste, però, 26.044 non hanno avuto diritto all’erogazione dei finanziamenti perché sotto la soglia minima dei 250 euro spettanti.

A rendere più farraginoso il meccanismo dei pagamenti è stato il processo di riforma della Politica Agricola Comune (Pac) 2014-2020, che si è svolto con regole nuove che hanno determinato complessità tali da far preoccupare non poco gli agricoltori sulle eventuali erogazioni di quanto dovuto. In primo luogo, l’entrata in vigore della Pac è stata posticipata di un anno. A questo differimento, si è aggiunta una difficoltà interpretativa delle nuove norme, come ad esempio quella sull’inverdimento, con conseguenti rinvii procedurali.

“Qualche mese di ritardo nell’ottenimento delle erogazioni, in un momento di crisi economica come questo, può far precipitare la situazione degli agricoltori e allevatori in difficoltà”, commenta Loredana Lupo. “In questo contesto pieno di ostacoli – continua la parlamentare – si aggiunge una frammentazione delle scelte in materia agricola: oltre alla Commissione europea ed al Ministero dell’Agricoltura, infatti, le competenze vedono coinvolte anche le singole regioni, sebbene, a nostro modo di vedere, sarebbe forse ora di ritornare alla diretta e unica competenza statale sulle scelte in materia di politica agricola, evitando così gli ostacoli localistici. Ciò, però, non deve nascondere il fulcro delle problematicità, ovvero quella riforma di Agea, tesa all’efficientamento e alla sburocratizzazione delle procedure di accesso e risoluzione delle controversie sinora sempre rimandata e da noi continuamente e formalmente richiesta al ministro Martina, che sul tema è sempre assente”.

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