Mancato controllo sulle società Partecipate, disallineamento fra i conti comunali e quelli delle società satellite con relativo buco nei bilanci delle società che rischia di pesare pronfodamente sul comune o sui servizi.

Il colleggio dei revisori dei conti esprime una bocciatura nei fatti per il bilancio consolidati 2016 anche se da un via libera ‘politico’ alla sua approvazione.

La relazione è abbastanza esplicita e parla di ‘valutazione non positiva per la presenza di significative criticità dovute soprattutto alla inadeguata gestione dei rapporti economico-finanziari con le società partecipate’. Di fatto preoccupoa non solo la differenza fr ai conti delle partecipoate e quanto il comune hja iscritto in bilancio relativamente proprio alle partecipate ma anche l’incremento dei debiti da 187 a 217 milioni.

Le critiche mosse sono, di fatto analoghe a quelle avanzate dall’opposizione:

1) Il disallineamento (le posizioni debitorie non conciliate) con le società partecipate, dal 2014 al 2016-2017, è vorticosamente aumentato, passando da 7,6 milioni a oltre 42 milioni;
2) La Corte dei Conti con le deliberazioni n. 5/2017 e n. 389/2015 ed il MEF con la verifica fatta fra il 2016 e il 2017 hanno più volte segnalato le gravi carenze del comune riguardo ai rapporti con le società partecipate e la mancata attuazione del controllo analogo. Tra l’altro, come ben rilevato dai revisori, l’obbligo da parte del comune di evitare la formazione del disallineamento e, quindi, di intervenire con misure collettive risale ad almeno il 2011 (v. art. 11, c6 lett. j del d. lgs. 118/2011). Nonostante tutto ciò il Comune di Palermo ha continuato a tenere “un atteggiamento gestionale ed amministrativo dilatorio e di sostanziale inerzia”;
3) Manca del tutto la nota integrativa relativa i debiti delle società partecipate nei confronti del Comune di Palermo e si tratta di un disallineamento di quasi 2 milioni. A riguardo la sola posizione asseverabile è quella della Sispi;
4) I revisori, invece, per quanto concerne i crediti delle società partecipate nei confronti dell’ente, non sono nelle condizioni di asseverare le posizioni di Amat (9 milioni), Rap (13 milioni) e Amap (1,8 milioni);
5) Ancora, secondo i revisori “il Comune di Palermo opera in condizioni di diseconomicità anche a prescindere dai risultati delle società partecipate”.

Attaccano sui conti i consiglieri del Movimento 5 stelle secondo i quali la relazione dei revisori “rappresenta una fotografia spietata della realtà ed evidenzia i molteplici inadempimenti di cui si è resa responsabile l’amministrazione comunale negli ultimi anni”.

“Per quanto esposto – dice il consigliere Cinquestelle Ugo Forello – questo documento certifica la cattiva gestione economico-finanziaria del sindaco Orlando. È urgente avviare una nuova fase al Comune, prima di tutto riconoscendo la gravissima situazione nella quale ci troviamo, ed avviare subito una unità di crisi che possa individuare i provvedimenti più urgenti da intraprendere. Non c’è più tempo da perdere”.