L’emergenza Coronavirus e le conseguenti misure di contenimento stanno ponendo il problema di come gestire le richieste degli italiani all’estero che vogliono rientrare in Italia.

Si tratta di lavoratori, turisti e studenti impegnati in programmi di studio come l’Erasmus. A seguito della stretta sulle misure di prevenzione, molti paesi hanno chiuso le frontiere, scatenando il panico tra migliaia di connazionali in giro per il mondo. La situazione è all’attenzione della Farnesina che nei giorni scorsi ha dichiarato di aver sollecitato Alitalia a garantire voli quotidiani da Madrid a Roma per rimpatriare gli studenti bloccati in Spagna. La stessa sorte dovrebbe toccare ai rimpatri dagli altri paesi.

Da Madrid sono partiti tre voli diretti a Roma, il 19, il 20 e il 21 marzo. Alcuni italiani sono già in patria, ma l’esperienza per molti è stata da dimenticare. E chi è ancora oltre i confini ha paura di non poter rientrare o di rimanere senza assistenza sanitaria. In alcuni casi consolati e ambasciate non riescono a fornire indicazioni. In Spagna, nella lista delle persone da rimpatriare ci sono diversi siciliani dislocati in vari punti del Paese che, ricevuta la notizia dei voli messi a disposizione da Alitalia, si sono precipitati a Madrid con aerei o altri mezzi. Tra loro anche una studentessa palermitana in Erasmus il cui ritorno è stato una successione di disagi sin dalla notizia della possibilità di rientrare. Un viaggio di tre giorni, con doppio scalo e pernottamento.

“La notizia è arrivata il 12 marzo – racconta il padre – attraverso una e-mail dell’università di Palermo che chiedeva se mia figlia volesse essere inserita nell’elenco degli italiani da rimpatriare, al fine di comunicarlo alla Farnesina e attivare le operazioni di rientro. Dopodiché non riceviamo più notizie fino al 18 marzo, quando arriva una seconda email da indirizzo non riconducibile alla Farnesina con la quale veniamo informati dei voli messi a disposizione da Alitalia. Dato che era il 18, optiamo per il volo del 21 marzo così da avere più tempo per organizzarci dato che mia figlia avrebbe prima dovuto prendere un volo per Madrid. Seguendo le istruzioni prenotiamo il volo dal sito Alitalia ma per scrupolo chiamo la compagnia per avere conferma sull’orario di partenza, in modo da far coincidere lo scalo a Roma col volo successivo per Palermo. Alitalia non mi ha risposto, e anche le 40 telefonate alla Farnesina sono andate a vuoto. Alla fine l’aereo è partito con un’ora di ritardo e mia figlia è stata costretta a pernottare a Roma.”
Ma l’episodio che più ha sbalordito, per non dire spaventato, la ragazza è stato il trovarsi in un aereo pieno di passeggeri seduti vicini ai quali non sono state garantite le condizioni per tenersi ad una distanza interpersonale di un metro. La nota positiva è che tutti indossavano la mascherina.