Una città con una inaspettata movida, ma con l’eterno problema dell’immondizia lungo le strade.

Un capoluogo della cultura dove i monumenti sono considerati «fantastici» per la loro storia, ma «dove non ci sono gli infopoint per i turisti».

Una sorta di eden per gli amanti del cibo e del mare, che diventa all’improvviso un girone dell’inferno per il traffico e per chi si trova ad affrontare e “interpretare” il sistema di trasporto pubblico.

È una Palermo dove bello e brutto sono in costante attrito e convivenza quella giudicata dai turisti, in questi giorni città.Italiani e stranieri, da Torino alla Cina, passando per Parigi, uniti nell’esaltarne sia i lati “top di gamma” che quelli “da gettare via”.

Ma, nonostante tutto, uniti da una idea: «Qui torneremo». Ne sono convinti Claire Timbault e Pierre Celiere, fidanzati, arrivati da Parigi che, seduti sui gradini del teatro Massimo in piazza Verdi, si divertono a snocciolare i pregi e i difetti di Palermo, paragonandola al capoluogo francese.

Così, se Claire è stupita dal fatto che sia una città «così dinamica e dove i giovani trovano sempre dove e come divertirsi», dall’altro il suo ragazzo accusa Palermo di essere «eccessivamente rumorosa e invasa da troppe auto».

E a proposito di trasporti, James Francis da Londra, granita in mano e zaino alle spalle, sostiene di essere a Palermo «per rilassarsi e mangiare tanto» e non nasconde la sua delusione per il sistema di trasporto pubblico, evidenziando quanto «sia complicato raggiungere i vari punti della città e come sia impossibile trovare un autobus la sera».

Da Torino sono arrivati nel capoluogo siciliano anche Emidio e Alessandra Tassoni, accomunati dall’idea che «il bello di Palermo sia nei monumenti, nella loro storia e nel loro decadimento. Senza dimenticare il mare di Mondello».

Per i due, però, la città è «eccessivamente sporca. In particolare abbiamo visto cumuli di immondizia sia a palazzo Mirto che al Foro Italico. Per la capitale della cultura non è certo un bel biglietto da visita».

Di «senso di abbandono del turista, così come di molti monumenti, che dovrebbero essere trattati come gioielli e invece sono invasi dalla sporcizia e dallo smog» parlano Miriam Polsoni e Loris Di Filippo da Pescara, tornati a Palermo dopo cinque anni e che accusano la città di essere «più sporca rispetto alla nostra ultima visita.

Per fortuna è tutto compensato dalla qualità del cibo e dalla simpatia dei palermitani. Questo ci ha convinto: torneremo di sicuro in questa città».Dalla Cina a Palermo, per una vacanza in giro per la Sicilia, arrivano Cara Mong e Ray Lei, quarantenni e sposati, rimasti particolarmente stupiti «dalla bellezza della cattedrale e dal folklore della gente, che non ci ha fatto mai sentire abbandonati a noi stessi in una città straniera».

Di tutt’altro pensiero Stefania Blanda, 22 anni, da Torino: «Palermo è la città dove spesso ti trovi davanti a una statua o un monumento bellissimo e dove non c’è un solo cartello o una guida capace di dirti come si chiamano o quando sono stati costruiti. Un vero peccato».