Emergono clamorose novità riguardo al caso di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente che fu espulsa e per cui si è instaurato un processo che ha portato alle condanne da parte del tribunale di Perugia a 5 anni dell’ex questore di Palermo, Renato Cortese, e a Maurizio Improta, all’epoca responsabile dell’ufficio immigrazione e ora a capo della polfer. A saltare fuori un quadro del tutto nuovo che mette in evidenza come il marito della donna, Mukhtar Ablyazov, in realtà non fosse un rifugiato politico ed anzi era ricercato per gravi reati. La vicenda è stata rispolverata in queste ore grazie ad un’interrogazione parlamentare di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle a cui hanno risposto tre diversi ministeri. Vicenda che potrebbe adesso dare una svolta all’iter giudiziario.

Cosa hanno riferito i ministeri

Secondo quanto è stato riferito dai ministeri dell’Interno, della Giustizia e degli Esteri, in risposta all’interrogazione parlamentare, “Ablyazov non fu mai rifugiato politico, era ricercato per crimini commessi in diversi paesi”. Quindi altro che rifugiato politico ma un criminale ricercato per gravi reati finanziari Questione sollevata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, Caterina Licatini, Francesco D’Uva, Elisabetta Barbuto, Aldo Penna e Davide Aiello, per sollecitare gli opportuni accertamenti e per far luce su alcune ombre di tale vicenda. Nel 2020, infatti, era stata emessa una sentenza di condanna per sequestro di persona nei confronti di sette uomini dello  Stato, tra cui l’ex questore di Palermo e simbolo della lotta alla mafia, Renato Cortese, e Maurizio Improta che avevano condotto le operazioni di espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del presunto dissidente kazako.

Ora spunta anche una nota dell’Interpol

Quanto si  delinea adesso è che non solo Ablyazov non possedeva alcun permesso valido per stare in Italia, ma anche che la sua presenza sul territorio nazionale risultava da una nota pervenuta dall’Interpol di Astana con cui si comunicavano le ricerche in atto per i reati di truffa e appropriazione indebita di grosse somme di denaro. Ablyazov non è mai stato un richiedente asilo.

“Accusa ingiusta a uomini dello Stato”

“Un’accusa incresciosa, rivolta a uomini che hanno dedicato la vita alla lotta contro la criminalità – commentano i deputati Caterina Licatini, prima firmataria dell’interrogazione, e Francesco D’Uva -. Ci auguriamo, unitamente ai colleghi del Movimento 5 Stelle, che i dati che dimostrano i trascorsi e gli intenti criminali di Ablyazov, contribuiscano anche a riabilitare tutti coloro che hanno dovuto subire un’ingiusta condanna per i compiti svolti con decoro nell’esercizio delle proprie funzioni”.

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