Si trova tuttora in gravi condizioni il cane ritrovato ieri nella periferia di Palermo, quasi sicuramente preso a colpi di piccozza.

Il povero animale è stato  legato ad una corda e gettato, come impiccato, all’interno di un contenitore dell’immondizia. Notato da qualcuno, era divenuto oggetto di segnalazione per i volontari di Palermo i quali, una volta arrivati sul posto, lo hanno trovato non più nel contenitore, ma riverso in terra e con la corda al collo recisa. Sembrava morto ma poi un flebile respiro aveva imposto la corsa dal Veterinario.

L’unico segnale “positivo” che si regista oggi è il dolore. Potrebbe sembrare un parodosso ma segnala che ancora un strada si può tentare. Per ovvi motivi il cane è sottoposto a sedazione. Presenta una diffusa emorragia che molto probabilmente gli ha compromesso per sempre un occhio. “E’ come se in testa avesse un chiodo – riferisce Salvatore Barone, volontario – Appena si prova a muoverlo reagisce manifestando purtroppo del dolore“.

Il cane presenta inoltre lo sfondamento di un timpano.

Una violenza che fa riflettere sul reale valore della legge contro i maltrattamenti degli animali.

Il reato, infatti, punisce in maniera molto blanda questi comportamenti anche nel caso di flagranza. Impossibile, in questi casi, procedere all’arresto, mentre, anche a condanna definitivia, non è possibile (al di là delle previsioni di reclusione, sia nel caso di maltrattamento che di morte) prevedere anche una minima limitazione della libertà personale. Le pene reclusive stabilite dalla legge 189/04, infatti, sono ben al di sotto della soglia minima prevista per tali restrizioni. I casi più gravi finora conclusi con la condanna in Italia, riportano una multa prossima ai 10.000 euro. La multa è la sanzione pecuniaria dei reati delitti.

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